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Rifiuti: Gabriele, “non ci sto che Caldoro nasconda inefficienza sua Giunta”

Napoli, 27 giugno – “‘Non ci sto’ che Caldoro nasconda l’inefficienza della sua Giunta dietro la comunicazione della Procura di iscrizione nel registro degli indagati. ‘Non ci sto’ che Cosentino e il Pdl lascino fare alla Lega quello che gli pare pur di salvare Governo e Berlusconi. ‘Non ci sto’ che si agiti lo spauracchio della camorra ogni qualvolta qualcuno protesta, Chiaiano, Terzigno, i precari Bros e oggi i cittadini esausti della spazzatura che marcisce per strada. Dopo la deludente relazione in consiglio dell’assessore Romano arriva la fuga dalle responsabilità di Caldoro”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal consigliere regionale del Pd, Corrado Gabriele. “La Procura di Napoli in fondo – sottolinea Gabriele – non ha fatto altro che trasformare in indagine quello che avevamo avuto modo di dire in aula allorquando il capogruppo del Pdl Martusciello aveva proposto una risoluzione per l’apertura di ben tre discariche (in Provincia di Napoli, Macchia Soprana a Salerno e una nella Città di Napoli). A distanza di pochi giorni dall’appello del PD in Consiglio regionale a fare più che a parlare di rifiuti, arriva l’iscrizione nel registro degli indagati per il Presidente Caldoro reo proprio di non aver fatto nulla per risolvere la questione rifiuti”. “La Procura – aggiunge la nota – gli contesta infatti di non aver voluto aprire nuove discariche nelle province della Campania nonostante ne avesse i poteri attribuitigli dalla legge. E cosa fa Caldoro invece di darsi da fare? Dice tre ‘non ci sto’ e scappa via dai tavoli istituzionali, tu mi indaghi ed io non mi occupo più dei rifiuti. Non credo che i cittadini intendano questo quando chiedono alle istituzioni di prendersi la responsabilità di far uscire la Campania ed in particolar modo Napoli dall’emergenza rifiuti”. “Il Centrosinistra ed in particolare l’esperienza politico amministrativa di Bassolino – conclude Gabriele – ha pagato un duro prezzo personale e politico per scelte rivelatesi errate, la fuga dalle responsabilità di Caldoro sembra pensata proprio per sfuggire ad analoghe ripercussioni politico giudiziarie”.

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