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Enogastronomia

Nel cuore del Vomero, l’anima popolare di Napoli: apre “Simone Ciancio Experience”

Nel cuore del Borgo Antignano, al Vomero, si scrive un nuovo capitolo della storia gastronomica napoletana con l’apertura di “Simone Ciancio Experience”, un progetto che affonda le sue radici nella tradizione più autentica, ma con uno sguardo deciso al futuro. L’esperienza nasce dall’evoluzione dell’antica pizzeria “De’ Figliole”, fondata nel 1860 nel quartiere Forcella, e si rinnova oggi in un format che unisce pizzeria, friggitoria e trattoria, all’insegna della qualità accessibile. Dietro il progetto c’è Simone Ciancio, pizzaiolo stimato e imprenditore coraggioso che, lasciato il mondo delle pelli, ha saputo conquistare il pubblico con la sua idea di pizza democratica. Al suo fianco, in questa avventura, la moglie Patrizia Apetino, erede della storica famiglia De’ Figliole, i figli Anna, Gennaro e Alessandra, la mamma Annamaria e una squadra affiatata che condivide la passione per la cucina napoletana.

Il nuovo locale, che conta 90 coperti, sorge proprio a Largo Antignano, tra le botteghe storiche che rendono unico questo angolo del Vomero. L’atmosfera è conviviale, calda, e richiama il sapore autentico delle friggitorie di una volta. Ma c’è anche modernità e cura nei dettagli: una carta vini “pochi ma buoni”, con 20 etichette selezionate, e un menù che abbraccia la tradizione, dai fritti alle pizze, passando per i piatti tipici della trattoria napoletana.

La pizza fritta, regina indiscussa del format, continua a essere il cuore pulsante dell’offerta, ma si affianca ora a pizze classiche, “padellini” creativi e piatti caserecci. L’impasto di Ciancio è frutto di una lievitazione di almeno 36 ore, altamente digeribile, e la pizza fritta si distingue per un’idratazione al 70% e l’utilizzo di farina tipo 1, ricca di fibre, che esalta profumo e sapore.

Nel menù, spiccano le specialità storiche come la montanara, i crocché, la frittatina classica, e versioni innovative come quella alla Nerano con pepe e lime. Da provare il “Padellino dello chef”, cotto al vapore e rifinito al forno statico, farcito con stracciata di bufala, pomodorino secco e acciughe. E ancora, tra le pizze, la sorprendente Sant’Antonio, una marinara con pomodoro schiacciato e salame piccante. La trattoria propone i grandi classici napoletani: pasta e patate, genovese, scarpariello, parmigiana di melanzane, fino ai paccheri con pomodorini e peperoncini verdi. A chiudere, i dolci fatti in casa, tra cui gli immancabili “straccetti crema e amarena”, richiestissimi da sempre.

Un’esperienza gastronomica completa, per tutti i gusti e – soprattutto – per tutte le tasche: da Simone Ciancio Experience si può pranzare o cenare con soli 12 euro, gustando una pizza e una bibita. È questa la filosofia che guida Ciancio e la sua famiglia: unire qualità, tradizione e accessibilità. Una cucina che non dimentica le origini e che racconta ogni giorno, tra forno e padella, una Napoli che sa innovare restando se stessa. “Non ci snaturiamo – dice Ciancio – siamo quelli di prima, abbiamo solo cambiato il corso della storia”. E a giudicare dall’entusiasmo che si respira tra i tavoli, questa storia è solo all’inizio.

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