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Cronaca

Mulve, il nuovo Napster

(di Luigi Sorrentino) – Nel lontano giugno 1999 si diffuse in larga scala un software di condivisione di file chiamato Napster, che permetteva agli utenti di scaricare musica gratuitamente. Napster fu denominato “primo sistema peer‐to‐ peer di massa” ma, in realtà, utilizzava un sistema di server centrali che mantenevano la lista dei sistemi connessi e dei file condivisi, mentre le transazioni vere e proprie avvenivano direttamente tra i vari utenti. A causa di questo sistema illegale fu chiuso nel 2001, in quanto, si ritenne che Napster fu colpevole di negligenza per non aver effettuato i relativi controlli sui copyright.

Negli anni successivi furono sviluppati altri software molto più generici e che permettevano di scaricare tutti i tipi di file e, furono resi “inattaccabili” giuridicamente. Nessuno di essi, però, ebbe lo stesso successo di Napster.

Attualmente nonostante la guerra continua da parte delle autorità alle piattaforme P2P più diffuse come eMule e BitTorrent, c’è chi sta trovando strade alternative. Parliamo di due ragazzi che si sono inventati Mulve, un programma davvero rivoluzionario, ribattezzato “il nuovo Napster”, che in non più di 2 Megabyte permette di scaricare una grande quantità di file mp3 in breve tempo. A differenza degli ultimissimi software non ha bisogno di impostazioni avanzate né di una grande esperienza informatica e l’interfaccia grafica ricorda il vecchio Napster. A differenza di quest’ultimo, però, le ricerche e i download avvengono su server proprietari di cui non si sa nulla e che potrebbero essere ovunque, anche fuori da qualsiasi giurisdizione. Gli utenti di Mulve non sono rintracciabili e non condividono nulla. Insomma, sembra un software blindatissimo ma gli avvocati delle major discografiche sono già sul piede di guerra promettendo battaglia e tutto può succedere.