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Editoriali

Morti annunciate, ma chi ci tutela

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – Massacrata dalle coltellate, un raptus, forse gelosia. Comunque una morte annunciata. Eliana Femiano, era già stata accoltellata 4 mesi fa e ricoverata al Loreto Mare in prognosi riservata dallo stesso carnefice che ha messo fine alla sua esistenza. Era solo questione di tempo. Una ragazza abbandonata al suo destino, non certo dalla famiglia, che aveva avvertito il pericolo (il padre voleva trasferirsi fuori città per l’incolumità della figlia), ma dalle istituzioni.

Ci si chiede: “Ma chi ha diritto alla scorta nel nostro paese”. Eppure la ragazza era in grave pericolo di vita dopo il grave attentato subito in precedenza. Nel nostro paese la scorta la meritano altri.  I carabinieri, custodi dell’incolumità del nostro Presidente del Consiglio, esausti di soprusi e di abusi di potere hanno affermato: “Non ne possiamo più. Non siamo diventati carabinieri per fare la guardia alle escort del premier. Molti nostri colleghi sono morti mentre facevano la scorta a magistrati o politici che difendevano lo Stato. E noi, invece… È mai possibile essere ridotti cosi? Qui ci fanno fare i tassisti dei festini. Per questo, dopo essere stati tanto zitti e obbedienti, ora vogliamo, a nostro rischio, far sentire la nostra voce”. Sconvolgente, ma è la realtà.

C’è la convinzione, fondata, che la società viva su due livelli. Quello istituzionale, per intenderci quello composto dai nostri politici, i quali, attraverso privilegi ingiustificati vivono una vita lontana dalla gente, sempre più vicina a se stessi. L’altro livello è quello sociale, in cui vivono milioni di persone abbandonate a se stesse ed al loro destino. Ma quale tutela c’è per loro, quale privilegio? Nessuno. La storia di Eliana non è isolata, non è un caso a se stante. La classe dirigente non può far finta di niente.

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