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Enogastronomia

Longobardi contro Bizantini: la guerra è in tavola

NAPOLI (di Isabella Forte Nele) – Alla fine dell’impero romano d’occidente, la guerra si fa dura. Tra Longobardi e bizantini la ricerca del predominio avviene anche … a tavola! Con il re Alboino, i Longobardi scendono minacciosi dalla Pannonia verso l’Italia. Paolo Diacono, nella sua “Historia Langobardorum”, racconta di 100-150.000 longobardi che, nel mese di maggio del 568 d.C., si mossero verso la nostra penisola. In reltà , di questa orda, solo  circa 30.000 erano soldati, il resto del gruppo era costituito da intere famiglie.
Salsicce, carne di maialeUna migrazione, dunque, in grande stile. E’ ovvio, quindi, che insieme a quest’onda longobarda, arrivassero anche le loro abitudini alimentari. Guerra, allora, pure alla cucina bizantina! In questo quadro, una cosa è abbastanza sicura, la sana dieta mediterranea, tipica dei Romani, non era stata ancora soppiantata. Cereali, olio d’oliva e vino, la fanno ancora da padroni sulle tavole imbandite e sarà così fino al medioevo, soprattutto nelle zone d’Italia a controllo bizantino. La carne, in ogni caso, è presente nella dieta di entrambe le popolazioni, ma i Longobardi sembrano prediligere le carni di maiale, mentre i Bizantini amano il castrato. Questi ultimi continuano ad usare e ad amare il garum, quella salsetta tipicamente romana a base di acciughe.
La malvasia, importata dai bizantini dalla Grecia, conclude in dolcezza i loro pasti. Forse un punto d’incontro, almeno a tavola, Longobardi e Bizantini, lo trovano apprezzando entrambi una fetta di un dolce, giunto fino a noi, gustato  insieme alla malvasia : la colomba! Sembra che la diffusione della colomba sia proprio merito del re longobardo Alboino. Una leggenda, infatti, narra, che, durante l’assedio di Pavia, una ragazza offrì al temibile re un dolce da lei preparato a forma di colomba, simbolo di pace. Il re, notoriamente  feroce, estasiato dalla bontà di questa preparazione, graziò la giovane donna. Potenza della gola! Questo è anche il momento in cui finalmente si comincia a mangiare seduti, non più mollemente sdraiati sui triclinii, usando le forchette.
Pare che l’uso della forchetta si fosse diffuso a Bisanzio per poi giungere in Italia, dove, pur essendo conosciuta, veniva usata solo per rigirare le pietanze. Una prima tesimonianza, ritrae il re Rotari intento a mangiare del pollo , armato di forchetta e coltello. Immaginate un po’ quanta salute, benessere e tranquillità ci sarebbero se la guerra decidessimo di farla a tavola… mai dire mai, siamo ancora in tempo a scontrarci con paccheri, palle di asino e pesce spada!

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