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L’Intelligenza Artificiale entra in sanità: le decisioni cliniche restano ai medici

di Claudio Gammella

Napoli. Dal 2024 l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli ha istituito la Commissione Innovation Management e Intelligenza Artificiale in medicina e odontoiatria, coordinata dal dott. Andrea Lalli, con l’obiettivo di guidare l’uso responsabile e consapevole delle nuove tecnologie in ambito sanitario. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della prima legge italiana sull’intelligenza artificiale (legge n.132/2025), viene ribadita la centralità della figura medica.
 
Il provvedimento, e in particolare l’articolo 7, sancisce un principio cardine: l’IA può supportare, ma non sostituire il medico. I sistemi di intelligenza artificiale vengono riconosciuti come strumenti a servizio della prevenzione, della diagnosi e della cura, nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà della persona.
La decisione clinica finale resta esclusiva competenza del professionista sanitario, e viene vietato qualsiasi utilizzo discriminatorio dell’IA che possa limitare o condizionare l’accesso alle prestazioni sanitarie. La norma approvata, tutela anche il diritto del paziente a essere informato sull’impiego di tecnologie basate su IA e promuove la ricerca di soluzioni capaci di migliorare autonomia e qualità della vita delle persone con disabilità, in coerenza con la riforma del “Progetto di vita” (D.Lgs. 62/2024).
 
Sul fronte della ricerca scientifica, la legge considera di rilevante interesse pubblico i trattamenti di dati destinati allo sviluppo di sistemi di IA terapeutica e farmacologica, prevedendo l’uso di dati anonimizzati o pseudonimizzati sotto la vigilanza del Garante per la protezione dei dati personali.
 
Infine, l’articolo 10 istituisce una piattaforma nazionale di intelligenza artificiale, affidata ad AGENAS, che avrà il compito di supportare i professionisti nella presa in carico dei pazienti e di integrare il Fascicolo Sanitario Elettronico nel nuovo ecosistema digitale della sanità italiana. Con questo impianto normativo, il Parlamento delinea una visione equilibrata e umanistica: la tecnologia può assistere la cura, ma la responsabilità della cura resta umana. Un passo avanti decisivo per l’Italia, che coniuga innovazione e tutela del paziente, valorizzando la competenza e il ruolo insostituibile del medico.

I sistemi di intelligenza artificiale vengono riconosciuti, in questo modo, come strumenti di supporto ai processi di prevenzione, diagnosi e cura, nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà della persona. La decisione clinica finale resta esclusiva competenza dell’esercente la professione sanitaria. È inoltre vietato qualsiasi uso discriminatorio delle tecnologie di IA che possa condizionare l’accesso alle prestazioni sanitarie. Il testo prevede, inoltre, il diritto del paziente a essere informato sull’impiego di tecnologie basate su IA e promuove la ricerca di sistemi destinati a migliorare l’autonomia e la qualità di vita delle persone con disabilità, in coerenza con la riforma del “progetto di vita” (D.lgs. 62/2024). Sul fronte della ricerca scientifica, la legge considera di rilevante interesse pubblico i trattamenti di dati finalizzati allo sviluppo di sistemi di IA terapeutica e farmacologica, prevedendo l’utilizzo di dati anonimizzati o pseudonimizzati sotto la vigilanza del Garante per la protezione dei dati personali.

Infine, l’articolo 10 istituisce una piattaforma nazionale di intelligenza artificiale affidata ad AGENAS, destinata a supportare i professionisti nella presa in carico dei pazienti e a integrare il Fascicolo Sanitario Elettronico nel nuovo ecosistema digitale della sanità. Con questo provvedimento il Parlamento riafferma una visione equilibrata e umanistica riaffermando che la tecnologia può assistere la cura, ma la responsabilità della cura resta umana. Questa legge , possiamo dirlo, fa compiere all’Italia un passo avanti in questo campo.

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