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Le Metropolitane e il futuro delle città

NAPOLI (di Maurizio Sicaldone) – Presentati a Napoli, nella sede storica della Facoltà di Architettura, Palazzo Gravina, gli atti del convegno “Le Metropolitane e il futuro delle città” tenutosi nel febbraio del 2013, per volontà di Benedetto Gravagnuolo ed Ennio Cascetta, curatori del volume.

Il convegno, moderato dal direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, oltre ad aver reso un doveroso omaggio alla figura umana e professionale di Benedetto Gravagnuolo, ha spaziato sui diversi temi che un sistema come quello delle metropolitane comporta.

Le_Metropolitane_5319b173a6c90Intanto il saluto dei Direttori dei Dipartimenti di Architettura e Ingegneria, rispettivamente Mario Losasso e Bruno Montella, si è articolato soprattutto sull’apporto che gli atenei possono e devono dare alla ricerca ed allo sviluppo, dotandosi di strutture e strumenti adeguati.

Il racconto di Ennio Cascetta, professore ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto, si è soprattutto soffermato sul percorso di studio e di ottimizzazione dei sistemi di una così complicata vicenda come quella della Metropolitana di Napoli e di come sia stato fortemente voluto da lui e da Gravagnuolo un volume che raccogliesse gli enormi sforzi fatti per la realizzazione della nuova rete, in stretta collaborazione con la Metropolitana si Napoli spa, a cui è stata data voce da Giannegidio Silva, attuale Presidente dell’ente, il quale ha voluto dare un contributo sottolineando come gli sforzi siano stati supportati dalle Amministrazioni, Comunale e Regionale, per il raggiungimento di obiettivi. Silva, in particolare, ha tenuto a dare una data: fine 2015 per il completamento della Stazione di Piazza Municipio, progettata da Alvaro Siza, maestro portoghese dell’architettura contemporanea.

E proprio Alvaro Siza, atteso dagli oltre 200 studenti di Architettura, ma non solo da loro, ha chiuso il ciclo di interventi. Visibilmente stanco, l’ottantenne architetto portoghese, stupito e divertito dalla vitalità della città partenopea e dei suoi abitanti, ha raccontato come sia nato e di come si sia trasformato il progetto della Piazza, che nell’arco del tempo ha dovuto fare i conti con l’infinità di ritrovamenti archeologici. Dal porto romano alle mura angioine, diventando di fatto un gigantesco museo all’aria aperta.

In chiusura, il direttore de Il Mattino, a cui va riconosciuta un’ottima conduzione del dibattito, ha voluto ricordare come la stazione di Toledo sia ormai un vanto per l’intera città. “Perchè un’opera bella, oltre ad essere un bel manufatto, diventa di per sè un attrattore, una risorsa”.

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