L’Apologia di Socrate, un dramma filosofico per il presente
Apologia di Socrate andrà in scena lunedì 14 alle 19 a Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco Napoli. Nel 399 a.C., Socrate pronunciava la sua famosa difesa davanti ai giudici di Atene, di cui Platone fu testimone oculare. Accusato di empietà e di corrompere i giovani, Socrate si trovò vittima di una congiura politica, un destino che lo condusse alla condanna a morte. Tuttavia, il vero cuore della sua autodifesa risiede in un messaggio che attraversa i secoli: “Se credete, col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene; a un uomo giusto, infatti, non può capitare nessun male, né in vita né in morte.”
Questo è il fulcro dell’Apologia di Socrate, un dialogo che Christian Poggioni ha sapientemente ridotto per la scena, mantenendo intatta l’essenza del testo platonico. La messa in scena non è solo una rappresentazione teatrale, ma un’esperienza viva e coinvolgente che invita il pubblico a interrogarsi, così come Socrate fece con i suoi accusatori e con la giuria ateniese. Nell’allestimento di Poggioni, infatti, il pubblico stesso diventa parte integrante del processo, simboleggiando i 500 giudici della polis, ai quali il filosofo ateniese rivolse le sue domande provocatorie e intrise di ironia.
Socrate, con la sua dialettica tagliente e il suo inesauribile sarcasmo, non si limita a difendersi dalle accuse, ma sfida la comunità a riflettere sul senso più profondo del vivere, sia a livello personale che politico. La sua filosofia non è un discorso teorico astratto, ma un mezzo per esplorare il mondo e cercare la verità attraverso il dialogo. In questo, Socrate si distacca dai suoi contemporanei, richiamando con forza la necessità di una vita esaminata, un’esistenza consapevole e orientata alla giustizia.
La rappresentazione di Poggioni, fedele alla tradizione platonica, rivive così lo scontro drammatico tra un uomo, i suoi accusatori e la società in cui vive. Socrate non è solo un filosofo perseguitato: è il simbolo del conflitto eterno tra l’individuo che cerca la verità e la comunità che, talvolta, preferisce evitare le scomode domande del pensiero critico. La sua morte non è una fine, ma una testimonianza della forza invincibile delle idee e della ricerca della verità.
L’Apologia proposta al pubblico contemporaneo solleva una domanda inquietante e attuale: nella nostra Atene moderna, esiste ancora un Socrate da ascoltare? Di fronte alle sfide politiche, etiche e sociali del nostro tempo, abbiamo ancora figure che osano mettere in discussione l’ordine costituito, come fece il filosofo ateniese? Socrate non ci offre risposte semplici, ma ci invita a porci domande scomode. La sua ironia, così attuale e vivida anche oggi, ci ricorda che il vero dialogo richiede il coraggio di confrontarsi con l’ignoto e la capacità di mettere in discussione le certezze.