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Israele allarga le operazioni in Libano: escalation del conflitto in Medio Oriente

La guerra in Medio Oriente si intensifica mentre l’esercito israeliano (IDF) amplia le sue operazioni in Libano, in risposta alla crescente minaccia posta da Hezbollah e dai gruppi armati nella regione. Martedì 8 ottobre, l’IDF ha dispiegato una quarta divisione nel sud-ovest del Libano, ampliando le operazioni terrestri in un’area già segnata dai bombardamenti e dai combattimenti intensi. Questo movimento segue un attacco aereo israeliano su Beirut, che ha portato all’eliminazione di un alto comandante di Hezbollah, come confermato dalle autorità israeliane.

Nonostante le operazioni israeliane, Hezbollah ha risposto con un attacco di razzi su Tel Aviv lunedì sera, costringendo l’intera area centrale di Israele a mettere in allerta la popolazione con sirene d’allarme. Gli attacchi dimostrano l’intensità dello scontro e la capacità di Hezbollah di colpire obiettivi in profondità all’interno di Israele, mantenendo alta la tensione su più fronti. Israele ha anche intensificato i bombardamenti sul Libano, con l’agenzia di stampa Al Mayadeen che riporta nuovi raid aerei martedì mattina contro Dahiyeh, un quartiere meridionale di Beirut e roccaforte di Hezbollah. Questa offensiva rientra in un contesto più ampio di scontri tra le forze israeliane e i gruppi armati filo-iraniani presenti nel paese, in particolare Hezbollah, che da anni rappresenta una minaccia strategica per Israele.

Parallelamente agli sviluppi in Libano, la situazione resta esplosiva anche a Gaza. L’IDF ha inviato carri armati a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, dove si registrano intensi combattimenti contro i miliziani di Hamas. Le forze israeliane stanno cercando di neutralizzare i combattenti del gruppo, impedendo loro di organizzare ulteriori attacchi. Tuttavia, i bombardamenti incessanti hanno causato decine di vittime nelle ultime 24 ore, secondo le fonti sanitarie palestinesi, che denunciano l’impossibilità di raggiungere le zone più colpite.

In mezzo a questa spirale di violenza, i mediatori internazionali, in particolare quelli in Qatar, continuano a cercare soluzioni diplomatiche. Secondo fonti israeliane, Yahya Sinwar, leader di Hamas, ha ripreso i contatti con questi mediatori, un segnale che potrebbe preludere a possibili negoziati o tregue temporanee. In un discorso pre-registrato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato la gravità degli eventi, ricordando il massacro del 7 ottobre come un simbolo del “prezzo della rinascita” di Israele. Netanyahu ha ribadito che l’attuale conflitto rappresenta un test della determinazione e della forza dello spirito israeliano, impegnato in una lotta che vede coinvolti non solo Hamas a Gaza, ma anche Hezbollah e altri gruppi armati sostenuti dall’Iran. Nel frattempo, l’Iran ha smentito le notizie di un presunto attacco israeliano contro una base missilistica del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC). Le tensioni tra Israele e l’Iran rimangono elevate, con Teheran che continua a sostenere gruppi militanti come Hezbollah e Hamas, ma che nega direttamente qualsiasi coinvolgimento militare attivo nel conflitto in corso.

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