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(Video) Il ritorno di Maradona a Napoli

(Articolo: Daniela Giordano – Video: Carlo Maria Alfarano e Ugo Di Fenza)
http://youtu.be/DlIiE-J8FWk

Più di venti anni sono passati dall’ultima partita giocata a Napoli e dal secondo, ultimo, scudetto vinto dalla squadra. L’unico modo per far fuori il Re di Napoli, l’indiscusso e ancora oggi rimpianto campione della squadra partenopea, venerato quanto (o forse più) San Gennaro, era accusarlo di evasione fiscale, così come fu per Al Capone. Da allora, Diego Armando Maradona deve allo Stato italiano 34 milioni di euro di tasse contrattuali non pagate e la diatriba su chi fosse il reale colpevole è ancora aperta. “Tutti in questa vicenda, chiamasi Coppola, Franci, Ferlaino o Gallo, hanno scritto il mio contratto. E sono liberi. Io andavo solo in campo. Delle questioni contrattuali si occupavano loro, ma pago solo io. Quando vengo in Italia, arriva la Finanza a togliermi gli orecchini”, ha detto.

Lunedì 25 febbraio, el Pibe de Oro è atterrato in Italia – da Dubai – ed è tornato a Napoli per tentare di risolvere questi problemi e firmare quell’atto di autotutela che estenda “gli effetti di nullità del presunto accertamento fiscale” anche nei suoi confronti, così come è stato concesso agli ex giocatori Careca e Alemao. Come hanno dichiarato i suoi avvocati Scala e Pisani, presenti alla conferenza stampa l’indomani: “Diego non è un evasore. La presunta violazione originaria è nulla perché non ha mai ricevuto alcuna notifica di accertamento”.

Al di là di quello che ora deciderà la commissione tributaria centrale – che ha già respinto precedenti richieste di annullamento dell’obbligo di versamento – di sicuro la città di Napoli e i napoletani hanno già espresso la propria personale sentenza. Accolto in un totale tripudio delirante da centinaia di persone, che lo hanno atteso sia all’arrivo fuori l’hotel Royal, sia ieri al corso Umberto nei pressi della Sala Masaniello in cui s’è tenuta la conferenza stampa, il Re ha potuto constatare di non aver perso l’amore del suo popolo. Che quel popolo ancora blocca le strade per acclamarlo, intonare il suo nome a squarciagola e tentare l’impossibile soltanto per sfiorarlo.

Da bravo Re, el Pibe alla conferenza ha rinnovato il suo amore per la città: “Volevo dire a tutti che ho l’aria di Napoli in corpo. Vorrei tornare da persona libera con mio nipote e portarlo a vedere una partita, mostrargli quello che ha fatto il nonno. Ai giovani consiglio di fare sport e allontanarsi dalla droga. Io ho vissuto momenti bruttissimi, da cui mi hanno tirato fuori le mie figlie”.

Della squadra, ha dichiarato di apprezzare molto Hamsik – “un giocatore fantastico” – e Cavani, a cui piacerebbe lanciare tanti assist come faceva con Careca. E in merito al prossimo big match di venerdì contro la Juve, ha aggiunto che è sbagliato ritenere che lo scudetto sia già in mano alla società torinese, con ancora dodici giornate da giocare. Per vincere, bisogna essere solo più aggressivi in attacco, perché la Juve è una squadra più pratica che tenta di archiviare subito le partite con i goal. “La panchina? Quella è già occupata, mancherei di rispetto a Mazzarri che ha fatto un grandissimo lavoro. Mi dicono che la Roma o l’Inter lo cercano. Quando lui andrà via…chissà!”.

E con il sogno di un ritorno del Re, s’è chiusa la conferenza stampa e la breve visita a Napoli.

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