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Il Governo alza le accise sul diesel, un dietrofront per Giorgia Meloni

Il rialzo delle accise sul diesel è destinato a diventare uno dei temi più caldi del dibattito politico. La decisione del governo Meloni di equiparare le accise sul gasolio a quelle della benzina, più elevate, ha sollevato una duplice questione: da un lato, la necessità di trovare risorse per la legge di bilancio; dall’altro, una netta sconfessione delle promesse fatte in passato dalla premier stessa. L’intervento, che porterà nelle casse dello Stato circa 3,1 miliardi di euro, risponde all’esigenza di colmare un vuoto finanziario che pesa sul bilancio. Ma la mossa rischia di costare caro in termini di credibilità politica. Non è infatti passato inosservato il contrasto con quanto Giorgia Meloni affermava nel 2019, quando si scagliava contro il sistema delle accise, definendolo “una vergogna” e promettendo la loro abolizione.

In un video del 2019, all’epoca dei fatti leader dell’opposizione, Giorgia Meloni dichiarava senza mezzi termini: “Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite.” In quelle parole, Meloni rifletteva il malcontento popolare verso un sistema di tassazione considerato particolarmente gravoso per le famiglie italiane e per chi, per lavoro o necessità, doveva sostenere costi elevati per il carburante. L’impegno della leader di Fratelli d’Italia era chiaro: ridurre il peso fiscale su benzina e diesel, un gesto che sarebbe stato accolto favorevolmente dagli elettori, stanchi di essere schiacciati da tasse percepite come ingiuste. Tuttavia, la realtà si è dimostrata ben diversa una volta salita al governo.

L’equilibrio tra promesse elettorali e necessità di bilancio ha spinto l’esecutivo verso una decisione opposta: non solo l’abolizione delle accise è ormai un miraggio, ma addirittura si assiste a un loro aumento per quanto riguarda il gasolio, allineando il suo costo a quello della benzina, storicamente più caro. Il contesto in cui si è maturata questa decisione non è privo di difficoltà. La legge di bilancio per il 2024 richiede coperture finanziarie significative, e il governo si trova a dover fare i conti con una serie di scelte impopolari per evitare l’aumento del deficit e rispettare i vincoli europei. Da qui la scelta di alzare le accise, una misura che garantisce un gettito sicuro e immediato per le casse dello Stato.

L’aumento delle accise sul diesel porterà infatti un introito di 3,1 miliardi di euro, una cifra che potrebbe aiutare a tamponare la crescente domanda di risorse. L’opposizione ha subito colto l’occasione per mettere in evidenza questo cambiamento di rotta, accusando la premier di incoerenza e tradimento delle aspettative. In particolare, viene sottolineato come questo provvedimento colpisca in maniera significativa le fasce più deboli della popolazione e i lavoratori che si affidano al diesel per i propri spostamenti.

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