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Guerra Israele-Iran, attacco USA a siti nucleari: alta tensione globale. Pezeshkian: “Risponderemo con forza”

Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno, gli Stati Uniti d’America hanno lanciato un attacco aereo contro tre siti nucleari iraniani, alimentando drammaticamente le tensioni già esplosive nel Medio Oriente. I bombardamenti, condotti da bombardieri stealth B-2, hanno colpito le strutture nucleari di Fordow, Natanz ed Esfahan, secondo quanto riferito dal Pentagono. Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, mentre il rischio di una escalation su scala globale appare sempre più concreto.

Il presidente statunitense Donald Trump, in un discorso alla nazione dalla Casa Bianca, ha definito l’operazione “uno straordinario successo militare”, rivendicando la necessità di “fermare la minaccia nucleare iraniana”. La decisione di colpire, tuttavia, ha scatenato polemiche interne: numerosi esponenti del Partito Democratico denunciano la mancanza di un’autorizzazione da parte del Congresso, definendo l’attacco “incostituzionale”. La risposta iraniana è stata immediata e carica di tensione. Il presidente Masoud Pezeshkian, in una telefonata con il premier indiano Narendra Modi, ha dichiarato: “L’Iran darà sicuramente risposte dure all’aggressione”. Ha poi aggiunto che Teheran non accetterà mai la “legge della giungla” imposta dagli attacchi americani e si riserva “il diritto di difendere la nazione e l’integrità territoriale del Paese”.

Il governo iraniano ha anche minimizzato i danni subiti, affermando che il sito di Fordow non è stato colpito gravemente. Tuttavia, la retorica usata lascia presagire una possibile ritorsione militare. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso profonda gratitudine al presidente USA: “Trump è un amico di Israele come non ce ne sono mai stati”. Tel Aviv, che da tempo denuncia le ambizioni nucleari dell’Iran, sembra ora più che mai al fianco degli Stati Uniti in questa fase delicata. Di fronte a una crisi che potrebbe rapidamente degenerare, l’Unione Europea e il Regno Unito hanno invitato alla moderazione, sollecitando Teheran a “tornare al tavolo dei negoziati” e a evitare “una escalation incontrollabile”. L’Italia, tramite la premier Giorgia Meloni, ha chiesto ai leader internazionali “di fare tutto il possibile per evitare l’ulteriore allargamento del conflitto”. Le tensioni tra Iran e Israele sono aumentate drammaticamente nell’ultimo anno, con episodi di scambio di fuoco ai confini, cyberattacchi e scontri per procura in Siria e Libano. L’intervento diretto degli Stati Uniti rappresenta un nuovo e pericoloso livello del conflitto, rischiando di coinvolgere anche altri attori regionali, come Arabia Saudita e Turchia.

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