Guerra in Ucraina: Putin apre alla tregua, ma solo con garanzie di pace duratura
Nelle ultime ore, la guerra tra Russia e Ucraina ha visto sviluppi significativi sul fronte diplomatico e militare. Dopo incontri riservati al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato statunitense Witkoff, Putin si è dichiarato favorevole a una tregua, a condizione che conduca a una pace duratura. Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Putin di respingere la proposta statunitense di un cessate il fuoco di 30 giorni, definendo le richieste russe “impossibili” da accettare. Nel frattempo, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha esortato Putin a “fare la cosa giusta” in questo delicato momento.
Sul campo, le forze russe hanno annunciato la riconquista della città di Sudzha, nella regione di Kursk, precedentemente sotto controllo ucraino. Secondo il Ministero della Difesa russo, la caduta di Sudzha rappresenta un significativo avanzamento, con previsioni di una imminente ritirata completa delle truppe ucraine dal territorio occupato. Attualmente, l’Ucraina mantiene solo il 10% del territorio precedentemente conquistato in Russia. Parallelamente, l’Ucraina sta indagando sull’esecuzione di cinque prigionieri di guerra da parte delle forze russe nella stessa regione.
Inoltre, immagini satellitari hanno rivelato una significativa concentrazione di bombardieri russi nella base aerea di Olenya, situata nella penisola di Kola, vicino ai confini della NATO. Questo accumulo di forze aeree, il più grande osservato dall’inizio del conflitto, solleva interrogativi sulle prossime mosse strategiche della Russia, con esperti che ipotizzano possibili escalation del conflitto o operazioni logistiche. Sul fronte interno russo, le difese aeree hanno abbattuto quattro droni diretti verso Mosca, come riportato dal sindaco Sergei Sobyanin. Nonostante non siano stati segnalati feriti, l’evento evidenzia la crescente frequenza di tali attacchi. Parallelamente, l’Unione Europea sta proponendo ai suoi membri di fornire all’Ucraina un’assistenza militare compresa tra i 20 e i 40 miliardi di euro nel corso dell’anno, secondo un documento che sarà discusso nella prossima cumbre.
Le condizioni poste dalla Russia per un possibile accordo di pace includono l’abbandono permanente delle aspirazioni dell’Ucraina alla NATO, la proibizione del dispiegamento di truppe straniere nel paese e il riconoscimento della Crimea e di altre quattro regioni occupate come territorio russo. Zelensky ha respinto queste condizioni, insistendo sul fatto che l’Ucraina non riconoscerà mai le aree occupate come russe. La comunità internazionale vede queste richieste come irrealistiche, temendo che possano essere utilizzate da Putin per guadagnare tempo e rafforzare le sue posizioni prima di nuove offensive.
Sul campo, le forze russe hanno annunciato la riconquista della città di Sudzha, nella regione di Kursk, precedentemente sotto controllo ucraino. Secondo il Ministero della Difesa russo, la caduta di Sudzha rappresenta un significativo avanzamento, con previsioni di una imminente ritirata completa delle truppe ucraine dal territorio occupato. Attualmente, l’Ucraina mantiene solo il 10% del territorio precedentemente conquistato in Russia. Parallelamente, l’Ucraina sta indagando sull’esecuzione di cinque prigionieri di guerra da parte delle forze russe nella stessa regione.
Inoltre, immagini satellitari hanno rivelato una significativa concentrazione di bombardieri russi nella base aerea di Olenya, situata nella penisola di Kola, vicino ai confini della NATO. Questo accumulo di forze aeree, il più grande osservato dall’inizio del conflitto, solleva interrogativi sulle prossime mosse strategiche della Russia, con esperti che ipotizzano possibili escalation del conflitto o operazioni logistiche. Sul fronte interno russo, le difese aeree hanno abbattuto quattro droni diretti verso Mosca, come riportato dal sindaco Sergei Sobyanin. Nonostante non siano stati segnalati feriti, l’evento evidenzia la crescente frequenza di tali attacchi. Parallelamente, l’Unione Europea sta proponendo ai suoi membri di fornire all’Ucraina un’assistenza militare compresa tra i 20 e i 40 miliardi di euro nel corso dell’anno, secondo un documento che sarà discusso nella prossima cumbre.
Le condizioni poste dalla Russia per un possibile accordo di pace includono l’abbandono permanente delle aspirazioni dell’Ucraina alla NATO, la proibizione del dispiegamento di truppe straniere nel paese e il riconoscimento della Crimea e di altre quattro regioni occupate come territorio russo. Zelensky ha respinto queste condizioni, insistendo sul fatto che l’Ucraina non riconoscerà mai le aree occupate come russe. La comunità internazionale vede queste richieste come irrealistiche, temendo che possano essere utilizzate da Putin per guadagnare tempo e rafforzare le sue posizioni prima di nuove offensive.