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Gli «infiltrati» dei centri sociali: impedito l’accesso all’assessorato

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – Si è concluso con due fermi alla questura di Napoli il corteo «per il diritto allo studio e contro l’attuale legge di stabilità» a cui hanno partecipato numerosi studenti provenienti dai collettivi studenteschi. Uno dei due studenti, Eduardo, dopo essere stato portato in questura, mostra il suo referto medico e racconta: «Ho contusioni in tutto il corpo, un braccio gonfio, l’orecchio destro che non smette di sanguinare ed ho necessità di recarmi di nuovo in ospedale per un forte dolore all’inguine, lì dove ha avuto calci e pugni in modo violento dalla polizia».

studenti, scontri con la polizia
studenti, scontri con la polizia

In via De Pretis, i manifestanti, molti appartenenti all’Iskra, un centro sociale di Bagnoli, hanno tentato di entrare nella sede dell’assessorato regionale all’ambiente, per dire «basta alle solite promesse», e per chiedere una maggiore tutela il diritto alla salute. «Una carica violenta ed ingiustificata – dice Eduardo – ma nessuno di noi ha voluto provocare le forze dell’ordine, volevamo solo entrare nella sede dell’assessorato per rivendicare i nostri diritti, e poi subito le manganellate». Eduardo, insieme ad un suo compagno erano in capo al corteo e sono stati i primi ad essere stati colpiti dai manganelli: «Rivendico l’azione del nostro corteo, domani saremo di nuovo in piazza e spero di esserci, dipende dalle mie condizioni di salute». Alcuni studenti raccontano di essere stati inseguiti «fin dentro la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II». Un gruppo si è reso protagonista del lancio di sassi contro la sede dell’assessorato all’Ambiente, motivo che ha scatenato la carica della polizia. Due i cortei che hanno dayo vita alla manifestazione, uno partito da piazza del Gesù, l’altro da piazza Garibaldi. «Il nostro – dice Maria Laura dell’Uds, l’Unione degli Studenti, è stato sin dall’inizio un corteo pacifico; la nostra richiesta è quella di ottenere una legge regionale per il diritto allo studio, in quanto – sottolinea – sono nove anni che se ne parla e che non si fa nulla». Gli studenti chiedono di porre al centro del dibattito scuola ed università pubbliche e che siano all’altezza di un’Europa che si proietti a rivoluzionare l’istruzione. «Siamo stufi di vedere lo spreco di danaro pubblico – continua Maria Laura – che dà priorità di spesa agli f35 ed alla Tav in Val di Susa, mentre non c’è investimento nell’istruzione». «Siamo in piazza per gridare pacificamente ma con forza – dice Fabrizio Calderisi dell’Uds – che vogliamo un’istruzione diversa e che investa sui giovani; continueremo a manifestare fino a quando non avremo delle risposte chiare dalle Istituzioni». La richiesta è chiara: «Chiedere ed ottenere una legge quadro sul diritto allo studio, per dire basta alla dequalificazione e all’assoggettamento ai mercati della scuola e dell’università pubblica, per chiedere un futuro libero da ricatti, per costruire una scuola e un’università diversa, pubblica e di qualità, ma soprattutto accessibile a tutti», dicono. «Oggi siamo in piazza – continua Fabrizio – pacificamente per chiedere al Governo un’inversione di marcia su scuola e università e cambiare la legge di stabilità: le politiche di austerity non hanno funzionato e lo dimostrano i fatti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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