Gheddafi: ‘Sanzioni Onu non hanno valore’. Usa: ‘Aiuteremo insorti’
Gheddafi sempre più solo. Zawia, 20 km da Tripoli, va ai ribelli. Hillary Clinton offre aiuti Usa agli insorti e anche il ministro russo Lavrov definisce inaccettabile l’uso della forza contro i civili. Ora ‘inevitabile’ che il rais se ne vada, dice Frattini. Intanto a Bengasi nasce un governo ad interim della opposizione. ‘Colpa di stranieri e Al Qaida, resterò in Libia‘, dice il Colonnello alla tv serba e ammonisce: ‘Risoluzione Onu non ha alcun valore’. Tornano altri italiani.
RISOLUZIONE ONU NON HA ALCUN VALORE – La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che ha imposto sanzioni alla Libia, è nulla e “non ha alcun valore”. Lo ha detto il colonnello Muammar Gheddafi in una intervista alla tv serba.
Il Consiglio di sicurezza, ha aggiunto Gheddafi nella sua intervista all’emittente serba, “adotta le sue risoluzioni sulla base dei resoconti dei media, e ciò è inaccettabile”. “Questa risoluzione è nulla”, ha ripetuto il leader libico, secondo il quale “é strano che al consiglio di sicurezza non vedano le manifestazioni in mio favore”.
Quanto sta avvenendo in Libia é colpa degli “stranieri e di al Qaida”: ha ribadito Gheddafi.
OPPOSIZIONE BENGASI,FORMATO CONSIGLIO NAZIONALE – L’opposizione al regime di Gheddafi nell’est della Libia ha affermato oggi di aver formato un Consiglio nazionale libico precisando che non si stratta di un governo ad interime e descrivendolo come espressione della rivoluzione.
ONU APPROVA SANZIONI – La comunità internazionale ha intensificato il pressing su Muammar Gheddafi: il consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione 1970, che prevede in particolare il blocco dei beni del leader libico e di alcuni suoi familiari ed esponenti del regime, l’embargo alle vendite di armi, oltre ad un possibile coinvolgimento della corte penale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra o contro l’umanità commessi in Libia.
UNICREDIT: ATTENTI A EFFETTI RISOLUZIONE ONU– “Stiamo seguendo con attenzione la situazione, anche alla luce della recente risoluzione delle Nazioni Unite”. Così un portavoce di Unicredit, interpellato dall’ANSA, dopo che il governo Usa ha congelato i beni della famiglia Gheddafi alla luce del contenuto della risoluzione dell’Onu sulla Libia. L’istituto di Piazza Cordusio, che è partecipata dalla banca centrale libica e dal fondo Lia (nel complesso azionisti con circa il 7,5%), starebbe quindi alla finestra in attesa di eventuali interventi del governo italiano analoghi a quelli degli Stati Uniti. L’esecutivo potrebbe infatti in teoria congelare le partecipazioni, non solo in Unicredit ma anche in altri grandi gruppi italiani, che fanno capo al governo del Paese nordafricano.
INVIATO ANSA, ZAWIA IN MANO AI RIBELLI – La cittadina di Zawia, a una ventina di chilometri da Tripoli, e’ in mano ai rivoltosi. Lo ha constatato l’inviato dell’ANSA. I ribelli si sono impossessati di molte armi, anche carri armati. L’esercito libico è schierato tutto intorno alla città a circa 5 chilometri. Gli insorti, che hanno accolto con grande calore i giornalisti stranieri giunti sul posto, affermano che in tre giorni di combattimenti ci sono stati 16 morti. Vogliono soprattutto ribadire che i soldati hanno sparato contro i civili. Nella piazza si vedono edifici bruciati, bombardati e sui muri i segni di numerosi colpi di artiglieria. Le uscite della piazza sono state bloccate con una decina di carri armati rimasti in loro possesso. Gli insorti affermano che sono stati abbandonati da soldati che hanno defezionato, una versione smentita dalle fonti ufficiali. Oltre ai carri armati molte sono le armi, tanti i kalashnikov, rimasti in mano agli insorti. Al termine della preghiera circa 6000-7000 persone stanno marciando sulla piazza della cittadina gridando slogan contro Gheddafi: “Gheddafi è finito”, “il regime è finito”. Sono solo uomini perché le donne e le famiglie sono state mandate fuori dalla città. Nelle loro mani ci sono anche due soldati che sono stati presi prigionieri e che nei prossimi giorni verranno rimessi in libertà. Sulla città sventola la bandiera libica monarchica.
FRATTINI,E’ INEVITABILE CHE GHEDDAFI SE NE VADA – La situazione in Libia è a un “punto di non ritorno”, è “inevitabile” che Gheddafi se ne vada. L’Italia non ha alcun vincolo che le impedirebbe di intraprendere “azioni” nei confronti della Libia derivante dal Trattato di amicizia tra Roma e Tripoli perché “la sospensione di fatto del Trattato è già una realtà”. Il voto delle sanzioni Onu nei confronti della leadership libica “é decisamente una svolta molto importante, anche perché è stata votata all’unanimità e quindi permette di dire che tutta la comunità internazionale è convintamente dell’idea che il regime non possa più in alcun modo continuare questi comportamenti che hanno portato alla morte migliaia e migliaia di persone innocenti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ai microfoni di Skytg24. (Ansa)