Ergastolo per Stefania Russolillo: condannata per l’omicidio di Rosa Gigante
Dopo un anno e due mesi di processo, la Corte di Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Stefania Russolillo, 48 anni, per l’omicidio di Rosa Gigante, la 72enne madre del noto tiktoker Donato De Caprio, titolare del brand “Con Mollica o senza”. La sentenza, emessa nel Nuovo Palazzo di Giustizia, è stata accolta con applausi dai familiari della vittima, che hanno assistito al procedimento con dolore e speranza di giustizia. L’omicidio avvenne il 18 aprile 2023 nell’abitazione della vittima, situata nel quartiere Pianura di Napoli. Rosa Gigante fu strangolata con un tubicino di gomma per aerosol mentre si trovava sola in casa. Secondo il pubblico ministero De Marco, che ha ricostruito la dinamica dell’accaduto nel corso della requisitoria, l’imputata non agì in preda a un raptus, bensì con lucidità e razionalità, portando a termine un “delitto predatorio voluto e immaginato”.
ìIl corpo senza vita di Rosa Gigante venne rinvenuto da alcuni vicini nella sua abitazione in via Sant’Aniello. Oltre ai segni di strangolamento, la vittima presentava ferite alla testa e ustioni alle mani: elementi che fanno supporre un tentativo di eliminazione delle prove mediante il fuoco. Secondo le indagini, l’assassina avrebbe cosparso la donna con alcol nel tentativo di bruciarne il corpo dopo averla ripetutamente colpita. Una prima perizia psichiatrica ha stabilito che Stefania Russolillo era capace di intendere e volere al momento del delitto, sebbene siano emersi “tratti di disturbo di personalità dipendente”. Tuttavia, questa condizione non ha impedito alla Corte di Assise di condannarla alla pena massima prevista dalla legge.
ìIl corpo senza vita di Rosa Gigante venne rinvenuto da alcuni vicini nella sua abitazione in via Sant’Aniello. Oltre ai segni di strangolamento, la vittima presentava ferite alla testa e ustioni alle mani: elementi che fanno supporre un tentativo di eliminazione delle prove mediante il fuoco. Secondo le indagini, l’assassina avrebbe cosparso la donna con alcol nel tentativo di bruciarne il corpo dopo averla ripetutamente colpita. Una prima perizia psichiatrica ha stabilito che Stefania Russolillo era capace di intendere e volere al momento del delitto, sebbene siano emersi “tratti di disturbo di personalità dipendente”. Tuttavia, questa condizione non ha impedito alla Corte di Assise di condannarla alla pena massima prevista dalla legge.