Ergastolo per Francesco Pio Valda: condannato per l’omicidio di Checco Maimone
La Corte di Assise di Napoli ha emesso la sentenza di ergastolo per Francesco Pio Valda, riconosciuto colpevole dell’omicidio di Francesco Pio Maimone, giovane aspirante pizzaiolo, ucciso nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 a Mergellina. La pena prevede anche sei mesi di isolamento diurno. La sentenza è stata pronunciata dalla prima sezione della Corte, presieduta dal giudice Teresa Annunziata.
Maimone si trovava con gli amici in un chiosco sul lungomare di Napoli quando venne colpito da un proiettile vagante. Il colpo era stato esploso da Valda durante un litigio scoppiato tra due gruppi di giovani per un banale incidente: un pestone involontario su una scarpa firmata. Le indagini hanno confermato che il responsabile dello sparo fosse proprio Valda, già condannato in precedenza a 15 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa. A soli 21 anni, Valda è ritenuto un elemento di spicco del gruppo criminale omonimo, attivo nel quartiere di Barra e legato al clan Aprea. Alcuni imputati sono stati assolti “per non avere commesso il fatto” rispetto ad alcuni capi d’accusa. Inoltre, è stato disposto il “non doversi procedere” per Giuseppina Valda, sorella di Francesco Pio Valda, con l’immediata revoca della misura cautelare e la sua scarcerazione. Anche Giuseppe Perna, 27 anni, è stato liberato. Lo scorso 29 ottobre, Rocco Sorrentino era stato condannato in appello a 4 anni di reclusione per aver avuto in custodia l’arma usata nella rissa. Alla lettura della sentenza, i genitori di Francesco Pio Maimone hanno accolto il verdetto con un misto di sollievo e dolore. “Una sola parola volevo sentire: ergastolo”, ha dichiarato Concetta Napolano, madre della vittima. “Le mamme non ce la fanno più, abbiamo partorito i nostri figli e qualche balordo ce li ha tolti”. Il padre, Antonio Maimone, ha aggiunto: “Mio figlio era qui, con noi, a vedere che è stata fatta giustizia. Nessuno ce lo restituirà, ma spero che questa sentenza sia un segnale per i giovani: la violenza porta solo al carcere o al cimitero”.
L’avvocato difensore di Valda, Antonio Iavarone, aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti per la massima pena. Inoltre, aveva chiesto l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e di quella camorristica. “Non voglio che Valda sia graziato – aveva detto l’avvocato – ma non ci sono elementi per una condanna così pesante”. Durante l’arringa della difesa, un uomo presente tra il pubblico ha interrotto l’avvocato, accusando un testimone di essere un bugiardo. L’uomo è stato allontanato dall’aula su ordine della presidente della Corte, dopo aver già ricevuto due richiami. Questa sentenza rappresenta una forte risposta della giustizia a una tragedia scaturita da una violenza insensata. Per la famiglia di Francesco Pio Maimone, la condanna di Valda rappresenta almeno un barlume di giustizia in un dolore incolmabile.
Maimone si trovava con gli amici in un chiosco sul lungomare di Napoli quando venne colpito da un proiettile vagante. Il colpo era stato esploso da Valda durante un litigio scoppiato tra due gruppi di giovani per un banale incidente: un pestone involontario su una scarpa firmata. Le indagini hanno confermato che il responsabile dello sparo fosse proprio Valda, già condannato in precedenza a 15 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa. A soli 21 anni, Valda è ritenuto un elemento di spicco del gruppo criminale omonimo, attivo nel quartiere di Barra e legato al clan Aprea. Alcuni imputati sono stati assolti “per non avere commesso il fatto” rispetto ad alcuni capi d’accusa. Inoltre, è stato disposto il “non doversi procedere” per Giuseppina Valda, sorella di Francesco Pio Valda, con l’immediata revoca della misura cautelare e la sua scarcerazione. Anche Giuseppe Perna, 27 anni, è stato liberato. Lo scorso 29 ottobre, Rocco Sorrentino era stato condannato in appello a 4 anni di reclusione per aver avuto in custodia l’arma usata nella rissa. Alla lettura della sentenza, i genitori di Francesco Pio Maimone hanno accolto il verdetto con un misto di sollievo e dolore. “Una sola parola volevo sentire: ergastolo”, ha dichiarato Concetta Napolano, madre della vittima. “Le mamme non ce la fanno più, abbiamo partorito i nostri figli e qualche balordo ce li ha tolti”. Il padre, Antonio Maimone, ha aggiunto: “Mio figlio era qui, con noi, a vedere che è stata fatta giustizia. Nessuno ce lo restituirà, ma spero che questa sentenza sia un segnale per i giovani: la violenza porta solo al carcere o al cimitero”.
L’avvocato difensore di Valda, Antonio Iavarone, aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti per la massima pena. Inoltre, aveva chiesto l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e di quella camorristica. “Non voglio che Valda sia graziato – aveva detto l’avvocato – ma non ci sono elementi per una condanna così pesante”. Durante l’arringa della difesa, un uomo presente tra il pubblico ha interrotto l’avvocato, accusando un testimone di essere un bugiardo. L’uomo è stato allontanato dall’aula su ordine della presidente della Corte, dopo aver già ricevuto due richiami. Questa sentenza rappresenta una forte risposta della giustizia a una tragedia scaturita da una violenza insensata. Per la famiglia di Francesco Pio Maimone, la condanna di Valda rappresenta almeno un barlume di giustizia in un dolore incolmabile.