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La rabbia di Castellammare, in marcia per il lavoro perduto

Fincantieri a Castellammare di Stabia

NAPOLI (di Carlo Franco) – “Non sfilerò con il corteo dei lavoratori e niente potrà farmi cambiare idea”. Alla vigilia dello sciopero generale, dal suo ufficio a Palazzo Farnese il sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio sfida gli operai allo stremo.
Bobbio sfida i partiti e i sindacati. E getta benzina sul fuoco. L’aria nella città stabiese, un tempo simbolo della vitalità del Mezzogiorno produttivo, è irrespirabile e oggi, in una atmosfera irreale perché i negozi abbasseranno le serrande, accanto agli operai della Fincantieri, dell’Avis, delle Nuove Terme e del porto, sfileranno gli studenti, i parroci e i commercianti. Tutti, tranne il sindaco arroccato sul suo Aventino. Alla richiesta di precisare la sua posizione, Bobbio non si tira indietro ed esibisce una sua personalissima visione delle cose: assicura ai lavoratori “una solidarietà incondizionata”, ma resta nel suo bunker, protetto dalle forze dell’ordine e dall’ordinanza che vieta a chi protesta di avvicinarsi troppo, pena una multa salata.

Siamo allo show down di un rapporto rivelatosi subito difficile. Castellammare soffre di una crisi di sviluppo senza precedenti che si spalma su tutti i comparti un tempo floridi. Gli ultimi a cedere sono stati i commercianti: moltissimi negozi minacciano di chiudere e su quelli che esibiscono una buona salute grava l’ombra della camorra imprenditrice. Le dimensioni della crisi sono note, ma il sindaco, più volte invitato a partecipare alla protesta, non arretra di un passo: “Non partecipo ai rituali soprattutto quando mi appaiono, come questo sciopero, strumentalizzati. Mi mette angoscia, tra l’altro, pensare che in corteo i lavoratori in piena crisi sfileranno con i loro carnefici, con i partiti e i sindacati che hanno ridotto Castellammare al degrado di oggi. Se i lavoratori lo vorranno la porta del mio ufficio è aperta e sono pronto a ricevere una delegazione”.

Siamo alla stretta finale. Ieri mattina, intanto, un presidio di lavoratori dell’indotto, ha svolto azione di volantinaggio all’inizio della statale sorrentina provocando rallentamenti nel traffico. “Chiediamo scusa per i disagi”, ha dichiarato il segretario regionale della Uilm, Sgambati, “ma questo è l’unico modo per sensibilizzare l’opinione pubblica al dramma di questa città”. In ballo ci sono duemila posti di lavoro, ma a preoccupare di più è l’assoluta inerzia progettuale dei governi centrali e locali. E della Fincantieri che privilegia Marghera e affossa Castellammare. L’annuncio dell’incontro a Roma tra Fincantieri, Regione e sindacati – fissato per il 31 marzo – non è valso a calmare gli animi: “La lotta, dicono Sgambati e Terracciano, si potrà fermare solo quando avremo messo in sicurezza il cantiere e i suoi lavoratori”. Nonostante la tensione si tagli a fette, comunque, anche ieri, in punto a mezzogiorno, si è fatta sentire la sirena del cantiere che annuncia il cambio di turno in fabbrica, è una antica consuetudine e i lavoratori non vogliono rinunciarvi. “In fabbrica ci sono solo dieci operai”, dice Vincenzo D’Auria padre di tre figli, “agli altri l’azienda non consente neanche di entrare. Siamo allo stremo, guadagniamo ottocento euro al mese e siamo dei privilegiati a confronto dei colleghi dell’indotto che da cinque mesi non vedono una lire. Non ho vergogna a dire che ci aiutiamo l’uno con l’altro, solo così consentiamo a tutti di poter fare la spesa”.

Castellammare brucia di rabbia – “e di fame”, scrivete così urlano i lavoratori – e la posizione irremovibile di Luigi Bobbio non contribuisce di certo a dare un minimo di serenità. I commenti sono pesanti: “Bobbio si è candidato come il sindaco della legalità”, dice Vincenzo Vicedomini dellla Fincantieri, “e la città gli ha creduto garantendogli il 57% dei suffragi. Dopo, però, non ha fatto letteralmente niente per tirarci fuori dai guai”. Tutti gli altri partiti, invece, sfileranno in corteo; il sindacato parteciperà al gran completo. La chiusura della manifestazione è affidata al segretario regionale della Uil, Anna Rea; è attesa anche una delegazione di lavoratori della Fiat di Pomigliano d’Arco. Si prevede una partecipazione di massa e il consigliere regionale del Pd, Antonio Amato commenta: “In zone come quella stabiese, e più in generale in tutto il meridione, dobbiamo di nuovo preoccuparci di chiedere pane e democrazia”. (Repubblica)

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