Caso Boccia: Il ministro Sangiuliano si difende, Boccia: «Ho mail di nomina»
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è al centro di una tempesta mediatica a seguito delle recenti polemiche riguardanti la sua relazione con Maria Rosaria Boccia e l’uso delle risorse pubbliche durante le sue trasferte estive. In un’intervista riportata da *La Stampa*, Sangiuliano ha risposto fermamente alle richieste di dimissioni, dichiarando di non aver commesso alcun illecito, né a livello giuridico, né istituzionale.
“Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni, non ho fatto nulla di male,” ha dichiarato il Ministro, ribadendo la sua correttezza nell’ambito delle spese personali durante le trasferte tra giugno e agosto. Sangiuliano ha sottolineato di aver coperto personalmente i costi di queste trasferte utilizzando la propria carta di credito, e ha promesso di rendere pubbliche tutte le ricevute e gli estratti conto per dimostrare la sua trasparenza. Ha aggiunto che solo in un caso, a Riva Ligure, il sindaco ha insistito per pagare le spese come suo ospite.
La vicenda è esplosa il 26 agosto, quando Boccia ha annunciato sui suoi canali social la sua nomina come Consigliera del Ministro. Tuttavia, questa nomina è stata prontamente smentita dallo staff di Sangiuliano, gettando le basi per un conflitto che è andato ben oltre le semplici dichiarazioni. In risposta, Boccia ha pubblicato una serie di prove sui social, tra cui email, carte di imbarco e un audio di una conversazione con un dirigente del Ministero della Cultura, Antonio Mazza. Nelle registrazioni e nelle email, Boccia mostra contatti con figure chiave del Ministero, dimostrando che la sua nomina era in fase avanzata. In un’intervista a La Stampa, Sangiuliano ha rigettato con forza le accuse, affermando di non aver compiuto nulla di male “né a livello giuridico, né a livello istituzionale”. Il ministro ha sottolineato come tutte le spese sostenute durante le trasferte estive siano state coperte personalmente, eccetto in pochi casi dove sono intervenuti sponsor o enti locali. Sangiuliano ha inoltre dichiarato di aver bloccato la nomina di Boccia quando la loro “stima professionale” si è trasformata in qualcosa di più personale, considerandolo un atto di correttezza. Tuttavia, queste dichiarazioni hanno sollevato ulteriori dubbi sulla natura del loro rapporto e sul possibile conflitto di interessi.
L’opposizione non ha tardato a reagire, chiedendo chiarimenti in Parlamento. Irene Manzi, del Partito Democratico, ha definito la vicenda “grave e disonorevole per le istituzioni”, suggerendo che il ministro possa essere vittima di un ricatto. Altri esponenti dell’opposizione hanno sollevato questioni sull’uso dell’auto blu da parte di Boccia e sul cambiamento della scorta del ministro a luglio, lasciando intendere che ci siano ancora molti aspetti da chiarire.
“Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni, non ho fatto nulla di male,” ha dichiarato il Ministro, ribadendo la sua correttezza nell’ambito delle spese personali durante le trasferte tra giugno e agosto. Sangiuliano ha sottolineato di aver coperto personalmente i costi di queste trasferte utilizzando la propria carta di credito, e ha promesso di rendere pubbliche tutte le ricevute e gli estratti conto per dimostrare la sua trasparenza. Ha aggiunto che solo in un caso, a Riva Ligure, il sindaco ha insistito per pagare le spese come suo ospite.
La vicenda è esplosa il 26 agosto, quando Boccia ha annunciato sui suoi canali social la sua nomina come Consigliera del Ministro. Tuttavia, questa nomina è stata prontamente smentita dallo staff di Sangiuliano, gettando le basi per un conflitto che è andato ben oltre le semplici dichiarazioni. In risposta, Boccia ha pubblicato una serie di prove sui social, tra cui email, carte di imbarco e un audio di una conversazione con un dirigente del Ministero della Cultura, Antonio Mazza. Nelle registrazioni e nelle email, Boccia mostra contatti con figure chiave del Ministero, dimostrando che la sua nomina era in fase avanzata. In un’intervista a La Stampa, Sangiuliano ha rigettato con forza le accuse, affermando di non aver compiuto nulla di male “né a livello giuridico, né a livello istituzionale”. Il ministro ha sottolineato come tutte le spese sostenute durante le trasferte estive siano state coperte personalmente, eccetto in pochi casi dove sono intervenuti sponsor o enti locali. Sangiuliano ha inoltre dichiarato di aver bloccato la nomina di Boccia quando la loro “stima professionale” si è trasformata in qualcosa di più personale, considerandolo un atto di correttezza. Tuttavia, queste dichiarazioni hanno sollevato ulteriori dubbi sulla natura del loro rapporto e sul possibile conflitto di interessi.
L’opposizione non ha tardato a reagire, chiedendo chiarimenti in Parlamento. Irene Manzi, del Partito Democratico, ha definito la vicenda “grave e disonorevole per le istituzioni”, suggerendo che il ministro possa essere vittima di un ricatto. Altri esponenti dell’opposizione hanno sollevato questioni sull’uso dell’auto blu da parte di Boccia e sul cambiamento della scorta del ministro a luglio, lasciando intendere che ci siano ancora molti aspetti da chiarire.