Carcere di Carinola: scoperto traffico di droga, misure cautelari per nove persone
Un’indagine approfondita ha portato alla luce un traffico di droga all’interno del carcere di Carinola, in provincia di Caserta. Questa mattina, la Polizia Penitenziaria ha eseguito misure cautelari nei confronti di nove persone, tra cui quattro detenuti e cinque loro familiari, accusati di aver gestito un’attività di spaccio all’interno della struttura detentiva. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, i quattro detenuti erano a capo dell’organizzazione criminale, mentre le loro mogli e compagne avevano il compito di introdurre materialmente gli stupefacenti all’interno del carcere. L’attività illecita veniva finanziata attraverso versamenti di denaro da parte dei familiari di detenuti assuntori di droga, con importi notevolmente superiori a quelli necessari per le spese quotidiane.
Le operazioni investigative, condotte dal Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria per la Campania, si sono avvalse di accertamenti tecnico-scientifici, sequestri di dosi di stupefacenti e un’analisi dettagliata dei flussi finanziari. Gli inquirenti hanno ricostruito il meccanismo con cui la droga veniva introdotta e distribuita tra i detenuti, smantellando così un sistema consolidato di spaccio all’interno della struttura penitenziaria.
Le misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, prevedono la custodia in carcere per i quattro detenuti coinvolti e gli arresti domiciliari per le cinque donne accusate di essere le principali artefici del trasporto di stupefacenti all’interno della casa di reclusione.
In una nota ufficiale, il procuratore Pierpaolo Bruni ha sottolineato come l’operazione rappresenti un segnale forte nella lotta al traffico di droga negli istituti penitenziari: “L’esito degli accertamenti, sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari, ha consentito di ricostruire la perdurante attenzione di questo ufficio di Procura in ordine alla repressione del fenomeno dello spaccio interno agli istituti penitenziari. Fondamentale è stato il lavoro del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e del Nucleo Investigativo Regionale per la Campania, in collaborazione con i reparti di Polizia Penitenziaria del territorio”.
Le operazioni investigative, condotte dal Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria per la Campania, si sono avvalse di accertamenti tecnico-scientifici, sequestri di dosi di stupefacenti e un’analisi dettagliata dei flussi finanziari. Gli inquirenti hanno ricostruito il meccanismo con cui la droga veniva introdotta e distribuita tra i detenuti, smantellando così un sistema consolidato di spaccio all’interno della struttura penitenziaria.
Le misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, prevedono la custodia in carcere per i quattro detenuti coinvolti e gli arresti domiciliari per le cinque donne accusate di essere le principali artefici del trasporto di stupefacenti all’interno della casa di reclusione.
In una nota ufficiale, il procuratore Pierpaolo Bruni ha sottolineato come l’operazione rappresenti un segnale forte nella lotta al traffico di droga negli istituti penitenziari: “L’esito degli accertamenti, sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari, ha consentito di ricostruire la perdurante attenzione di questo ufficio di Procura in ordine alla repressione del fenomeno dello spaccio interno agli istituti penitenziari. Fondamentale è stato il lavoro del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e del Nucleo Investigativo Regionale per la Campania, in collaborazione con i reparti di Polizia Penitenziaria del territorio”.