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Al Madre, mostra transavanguardia italiana

NAPOLI – In concomitanza con l’apertura della mostra TRANSAVANGUARDIA ITALIANA a cura di Achille Bonito Oliva, a Palazzo Reale, Milano – dal 24 novembre 2011 al 4 marzo 2012, sei importanti istituzioni italiane (MART – Museo d’Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Accademia di Belle Arti di Brera, CASTELLO DI RIVOLI – Museo d’arte contemporanea, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, GNAM- Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, MADRE-Museo d’Arte contemporanea Donna Regina) organizzeranno una giornata di approfondimento sulla Transavanguardia e sul passaggio dalla cultura “impegnata” degli anni settanta al pensiero post-moderno. Contestualmente, i musei coinvolti esporranno le opere della Transavanguardia presenti nelle loro collezioni. Ogni giornata di studio sarà presieduta da uno dei cinque filosofi del comitato scientifico, così composto: Achille Bonito Oliva, Massimo Cacciari, Giacomo Marramao, Bruno Moroncini, Franco Rella, Gianni Vattimo.  Alle giornate di studio prenderanno parte critici d’arte, curatori e direttori di museo.

Interverranno al MADRE per la giornata di studio programmata il 19 Dicembre alle ore 17.00 Achille Bonito Oliva,  Bruno Moroncini, Angelo Trimarco, Eugenio Viola e Stefania Zuliani. Da lunedì 19 dicembre fino al 30 gennaio  il MADRE  dedica una sala della collezione storica del museo ai cinque protagonisti della Transavanguardia, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino,  con una serie di opere significative del loro linguaggio e della loro carica innovativa e spiazzante, mai esaurita.A Napoli, per questa mostra  ”ancora senza titolo”, come in memoria di altri viaggi e di altre epiche, Xhafa impagina il suo racconto visivo partendo da una frase che diviene l’incipit della narrazione.

Una frase che, dopo l’11 settembre, compare sempre più spesso nei luoghi pubblici di New York: “If you see something, say something”, che in italiano si potrebbe tradurre “Se noti qualcosa, riferiscila subito”.  Questa scritta è  il modo autoritario di allontanare il reale che, invece, dal punto di vista dell’artista dovrebbe essere soprattutto sogno, riflessione, perturbamento e perciò gioco di  specchi e di silenzi, di detto e non detto, tra ciò che si vede e ciò che si dice. Nel modo dell’arte – secondo Xhafa – il reale è vita e la vita è tempo, soprattutto tempo per pensare e agire in modo libero e creativo, spesso fuori dagli schemi. Nella grande mostra napoletana il visitatore è invitato a percorrere un dispositivo di immagini in sosta, come parcheggiate in seconda fila, certamente irregolari, pronte a creare senso e significato ed a migrare altrove, oltrepassando un’altra frontiera.

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