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Addio a Salvatore Piscicelli, Maestro del Cinema Italiano

Il mondo del cinema italiano piange la scomparsa di Salvatore Piscicelli, celebre regista napoletano, morto ieri a Roma all’età di 76 anni. Piscicelli ha lasciato un’impronta indelebile non solo come regista, ma anche come scrittore e produttore, diventando un punto di riferimento per molti giovani cineasti, tra cui Mario Martone e Paolo Sorrentino. Numerosi i messaggi di addio sui social. È morto Salvatore Piscicelli. – scrive il suo amico Massimo Canevacci – Fine anni ’70 facemmo un gruppo sul cinema con Sandro Petraglia e Stefano Rulli, e Ombre Rosse diretta da Goffredo Fofi era la rivista di riferimento. Si discuteva di tutto, non solo di cambiare il cinema …poi inizio anni ’80 tutto cambiò: Salvatore fece un film troppo nuovo e troppo in anticipo, Immacolata e Concetta; Sandro e Stefano diventarono i migliori sceneggiatori; io vinsi il concorso all’università. Così purtroppo ci separammo». Nato a Pomigliano d’Arco, Piscicelli ha dedicato un documentario a Marcello Colasurdo, dimostrando fin da subito il suo profondo legame con la cultura e le tradizioni della sua terra. Il suo debutto nel lungometraggio avvenne nel 1979 con “Immacolata e Concetta – L’altra gelosia”, un’opera che fu successivamente restaurata e che ottenne numerosi riconoscimenti, segnando l’inizio di una carriera brillante. Nel 1981 presentò “Le occasioni di Rosa” alla 38ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Questo film vide l’esordio di Marina Suma, che venne premiata con il David di Donatello, e di Angelo Cannavacciuolo, dimostrando la capacità di Piscicelli di scoprire e valorizzare nuovi talenti. Con “Blues metropolitano” del 1985, Piscicelli concluse la trilogia dedicata a Napoli, un’opera che vide la partecipazione del musicista Tony Esposito e il ritorno di Marina Suma e Ida Di Benedetto.

La trilogia esplorò le molteplici sfaccettature della città partenopea, con una narrazione vibrante e autentica. Nel 1987, Piscicelli realizzò “Regina”, un film drammatico e lacerante, interpretato dalla sua musa Ida Di Benedetto, che consolidò ulteriormente la sua reputazione di regista capace di trattare temi complessi con sensibilità e profondità. Dopo il “pasoliniano” “Baby gang” del 1992, Piscicelli rallentò la sua attività registica. Tuttavia, tornò al cinema nel 1999 con “Il corpo dell’anima”, una storia intensa e densa di erotismo che vide il debutto di Raffaella Ponzo al fianco di Roberto Herlitzka e Ennio Fantastichini. Nello stesso periodo, scrisse e produsse il film “pulp-vesuviano” “Rose e pistole”, diretto dalla compagna Carla Apuzzo e interpretato da Anna Ammirati. Nel 2003 uscì “Alla fine della notte”, un film autobiografico con protagonista Ennio Fantastichini, che offrì una riflessione profonda e personale sulla vita e la carriera di Piscicelli.

Il suo ultimo film, “Vita segreta di Maria Capasso” (2019), con Luisa Ranieri protagonista, fu un’ulteriore testimonianza della sua capacità di raccontare storie coinvolgenti e toccanti.

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