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Musica e Spettacolo

Abbiamo la prova che Dio esiste, ma non vi farà piacere saperlo

(di Sabina De Silva) – Finalmente sappiamo che Dio esiste, sappiamo anche che abita in un luogo preciso, a Bruxelles. Unico problema: è un vecchio cinico e burbero che si diverte a tormentare gli esseri umani con catastrofi naturali e sciagure per semplice diletto. Con il suo pc riesce ad amministrare la vita delle persone, stabilire il giorno di nascita e di morte, attribuire gioie e dolori. Vive con la moglie, una dea sottomessa al volere del marito e la figlia, Ea, di 10 anni; il figlio maggiore, Gesù Cristo, è scappato di casa anni prima, insofferente alla tirannia del padre, per diffondere nel mondo un verbo di amore e pace.

Jaco Van Dormael - Dio esiste e vive a BruxellesTutto sembra procedere secondo i “piani divini” fino a che un giorno la piccola  Ea decide di scappare di casa e, sulle orme del fratello, cercare altri 6 apostoli per scrivere il “nuovo Nuovo Testamento”. Prima di andarsene però, tramite il computer del padre invia un messaggio a tutti gli abitanti della Terra mettendoli al corrente della data esatta in cui moriranno, suscitando reazioni ben immaginabili. Inizieranno da qui le avventure della piccola, che ci porterà ad indagare le vite e le storie di nuovi personaggi (i 6 apostoli, più un barbone, amico di Ea  , che le farà da scriba) restituendoci un’immagine pura e non ancora disincantata del mondo, come può essere visto solo dagli occhi di un bambino.

Amore e morte accompagnano il film per tutta la sua durata. L’impulso a ritrovare l’amore delle persone “prescelte”, nonostante il pensiero della morte aleggi ormai sopra le loro teste. Un amore che molto spesso sembra essere il riscatto di vite mal spese, errori passati che finalmente riescono a vedere la luce di una nuova vita. Proprio come il fratello, Gesù, prima di lei,  la venuta di Ea riscatta le vite umane, dando loro la possibilità di redimersi in base alle proprie libere scelte.

Jaco Van Dormael ci regala una deliziosa commedia, brillante, divertente, nella quale possiamo ritrovare tutti i suoi tratti distintivi (le situazioni quasi oniriche, il ruolo cardine della musica, il mondo analizzato da prospettive ingenue: come Thomas in Toto le héros, Georges in L’ottavo giorno, Ea). La narrazione, bisogna ammetterlo, è a tratti lenta e può portare lo spettatore a distrarsi spesso: i personaggi raccontano se stessi attraverso un’introspezione profonda, spesso difficile da sostenere.
In compenso la scena è alleggerita dalla superba comicità di Benoît Poelvoorde, nelle vesti di Dio, e dalla luminosa bellezza di Laura Verlinden e Catherine Deneuve, due dei sei apostoli scelti da Ea.

Sabina De Silva

cell. 334 9645446

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