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Silvano Agosti: “Il manicomio, laboratorio della ferocia del potere”

NAPOLI (di Daniele Pallotta) – “In Italia, come in altri Paesi, il manicomio era un laboratorio sperimentale della ferocia del potere: i reclusi venivano sottoposti a continui elettroshock, erano le cavie per esperimenti pseudo –  scientifici che spesso conducevano alla morte, venivano denudati con la scusa di evitare la loro fuga. Il matto veniva costruito non tanto per crudeltà ma perché rendeva al giorno l’equivalente di 100 euro attuali, cifra da moltiplicatre per i circa 1800 – 2000 degenti di ciascuna struttura manicomiale. Come pasto il “malato” aveva solo pane e mortadella,  quindi i costi effettivi per lo Stato erano molto minori. A guadagnarci erano i soliti gruppi, quelli che continuano in modo diverso a farlo tuttora”. Silvano Agosti, regista e sceneggiatore, ha collaborato a  Matti da slegare, di Marco Bellocchio, e ha realizzato il film La seconda ombra, opere che toccano la problematica della salute mentale. Il suo interesse verso quest’argomento lo ha portato a visitare per anni diversi manicomi, e a conoscere i responsabili delle strutture.

Agosti, lei ha conosciuto alcuni dei “carcerieri” delle ex strutture manicomiali. Come giustificavano la violenza che commettevano?

Prima di tutto non la chiamavano violenza. Per il mio film, La seconda ombra, ho rintracciato la persona incaricata di pestare a morte ogni paziente al suo arrivo in manicomio. Ha affermato che in questo modo il paziente capiva dove era arrivato e come avrebbe dovuto comportarsi, evitando in questo modo di subire altri maltrattamenti negli anni a venire.

Chi veniva ricoverato nei manicomi?

Non c’erano persone ricche nei manicomi: già allora esistevano le cliniche private. Molti vennero rinchiusi su richiesta dei familiari che  volevano impossessarsi dell’eredità prematura. Anche il retroterra culturale era retrogrado: il direttore di un manicomio una volta mi disse: vede quel paziente, sappiamo che è sano, ma abbiamo scoperto che è omosessuale. Inoltre frequenti erano gli errori: conosco una persona che per gli effetti di una caduta dal motorino è stata rinchiusa in ospedale psichiatrico, dove è rimasta 40 anni.

Conoscere l’eziologia della patologia mentale è difficile. Secondo lei quali sono le cause principali?

Sono convinto che nell’80% dei casi derivi dal disagio sociale. L’essere umano non è libero di essere se stesso. Immesso nel tunnel che si chiama scuola o nel luogo diroccato che si chiama famiglia, finisce col diventare strumento funzionale all’apparato del potere, un ragioniere, un insegnante.  Ogni essere umano viene al mondo proclamando la propria unicità, la propria immensità. Oggi invece nessuno si vive con l’orgoglio di esserci, e ognuno si sente come un fallito perché non è diventato qualcos’ altro.  Bisogna capire che nulla è meglio di essere se stessi, te lo insegna qualsiasi bambino. E’ molto più interessante mangiare pane e cipolla condito con la libertà che un primo, un secondo e la frutta conditi con la sottomissione. E’ terribile la sottomissione: così nasce la patologia mentale oppure il vizio. O il manicomio o la droga. Non c’è alternativa.

E’ stato dimostrato che con un’adeguata assistenza socio sanitaria il reinserimento sociale per i sofferenti psichici è possibile.

Basaglia aveva intuito che lo strumento più utile per la riabilitazione dei pazienti erano gruppi appartamento costituiti da 4 – 5 persone. Tuttavia io auguro di non inserirsi mai nella società di libertà condizionata. Non c’è quasi niente a favore dell’essere umano. Per i giovani ci sono delle discoteche, drogare e fumare, i cinema io li chiamo sale di tolleranza. Un giovane di 21 anni oggi in media ha già visto in televisione 110000 omicidi, una  pedagogia della morte. Gli intellettuali asserviti al potere dicono che  si capisce che è un film e che l’adolescente non viene condizionato. Ma se un pubblicitario spende milioni di euro convinto che  un minuto di passaggio televisivo condizioni il consumatore, se  sono sicuri che inciderà talmente tanto, possiamo credere che i giovani siano in grado di filtrare tutta la violenza passata in televisione? Sicuramente non diventerà un omicida a causa della televisione, ma quando sente che sono realmente morte 100  persone non comprende la gravità della notizia.

Quali sono i passi che si dovrebbero compiere per un cambiamento della società?

Il cancro in metastasi della società moderna è il potere. Non sono possibili cambiamenti globali, bisogna partire dal singolo. Ogni persona dovrebbe prendersi  la responsabilità di tutto ciò che accade ed eliminare da se stessa tutto ciò che non le piace. Ad esempio se fuma, dovrebbe smettere di fumare; se capisce che la convivenza è una  gabbia spietata che sminuisce la forza di qualsiasi sentimento deve decidere di interromperla. Si può restare insieme vivendo in due case separate.

 

 

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