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Cronaca

Yara, il giorno del dolore. Choc e rabbia a Brembate

RItrovamento del corpo di Yara

BERGAMO (di Fabrizio Cassinelli) – A tre mesi esatti dalla scomparsa, quando nonostante il tempo trascorso, nessuno ancora voleva perdere la speranza di trovare in vita Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso a Brembate Sopra (Bergamo), come una doccia fredda e’ arrivata la notizia del ritrovamento del suo cadavere.

Il corpo e’ stato notato da un giovane aeromodellista, in un campo che, ironia della sorte, si trova a non piu’ 300 metri dal comando della Polizia Locale dell’Isola Bergamasca, che coordinava i volontari nelle ricerche della ragazzina.

L’area si trova nel comune di Chignolo d’Isola (Bergamo) ai margini di una strada asfaltata, via Bedeschi, che porta in una zona frequentata da cacciatori e amanti del jogging, costellata ai margini da capannoni industriali. Il giovane, poco dopo le 15, ha chiamato il 113 per dare l’allarme, e sul posto sono subito giunte alcune pattuglie della polizia che erano state distaccate nella zona di Brembate proprio in questi giorni per proseguire le ricerche.

Tra i primi interventi effettuati dagli investigatori c’e’ stata l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sicurezza di alcune delle aziende che sorgono proprio intorno al luogo del ritrovamento. Il cadavere, in avanzatissimo stato di decomposizione e con ancora addosso i vestiti che Yara indossava il giorno della sparizione, era riverso a terra tra le sterpaglie, supino, e presentava ancora l’apparecchio ortodontico che tutte le foto affisse dagli abitanti della zona immortalavano sul sorriso della ragazzina.

Una espressione dolcissima, serena, che adesso, contrasta con i macabri resti di uno scheletro fragile e quasi dimenticato dal tempo. Il corpo sara’ portato all’ Istituto di medicina legale di Milano, dove sara’ un gruppo di esperti a eseguire l’autopsia, in programma lunedi’ e a cui dovrebbero partecipare, oltre al medico legale, anche un patologo e un genetista. Sul ritrovamento si incentrano i primi dubbi investigativi e una serie di voci lasciano pensare a un giallo, quello di un eventuale abbandono del corpo che potrebbe essere stato fatto proprio oggi. Alcuni residenti della zona, infatti, hanno riferito ai numerosi giornalisti presenti sul posto, che dei testimoni (non loro direttamente, pero’), avrebbero notato questo pomeriggio un’auto sfrecciare in via Bedeschi, fermarsi e poi ripartire.

Lo stesso sindaco di Chignolo, Pierluigi Marra, ritiene molto improbabile che il corpo fosse li’ da molto tempo. ”Abbiamo cercato in quel punto almeno tre volte – ha spiegato – mi sembra incredibile che non siamo riusciti a vederla anche soprattutto perche’ si trovava in un’area incolta ma in una posizione visibile, non nascosta”. ”Per quanto ne so io – ha aggiunto il sindaco – la protezione civile e le forze dell’ordine hanno cercato in quel luogo almeno due volte. E una terza volta le ricerche sono state fatte spontaneamente dai dipendenti dell’azienda che sorge nelle vicinanze e a cui appartiene l’area. Per me prima non c’era”.

Queste voci hanno scatenato una ridda di ipotesi sul fatto che qualcuno possa avere abbandonato proprio oggi il cadavere a Chignolo. Al momento, pero’, non ci sono ne’ conferme ne’ smentite ufficiali sul reale passaggio dell’auto benche’ gli inquirenti abbiano liquidato la cosa come ”una stupidaggine”. Gli investigatori al momento non sanno ancora da quanto tempo il cadavere fosse li’ e infatti i primi rilievi anatomopatoligici sono stati compiuti stasera proprio per capire (ed e’ possibile saperlo) se si sia decomposto li’ o altrove.

Una cosa e’ certa: se il corpo fosse stato deposto li’ oggi non potrebbe essere un caso, perche’ oggi ricorrono i tre mesi esatti dalla scomparsa di Yara. Per la vicinanza del comando della polizia locale e anche perche’ proprio li’ nei pressi, in una cabina elettrica a non piu’ di cento metri di distanza, era stato trovato il cadavere di un dominicano. Inquietanti coincidenze che potrebbero addirittura far pensare a un messaggio. Non a caso, per rispondere a questi interrogativi, in tarda serata e’ giunta Cristina Cattaneo, nota anatomopatologa, responsabile del laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Universita’ di Milano, nonche’ fondatrice del Labanoof, istituto specializzato nell’analisi dei resti umani. Una dei massimi esperti disponibili in Italia, che si e’ subito messa al lavoro per eseguire le prime analisi scientifiche. Contemporaneamente, in via Rampinelli a Brembate Sopra (Bergamo), dove abita la famiglia Gambirasio, e’ immediatamente scattato un cordone delle forze dell’ordine che hanno isolato la villetta per un raggio di 200 metri.

LA STORIA – Yara Gambirasio era scomparsa il 26 novembre, a Brembate Sopra (Bergamo). Erano più o meno le 18.40 quando la tredicenne, giovane promessa della ginnastica ritmica, è uscita dal palazzetto dello sport per tornare a casa. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Yara è scomparsa tra via Morlotti e via Rampinelli, lungo i 700 metri che portano dal centro sportivo alla sua abitazione.

Tre mesi dopo quella fredda sera d’autunno, gli interrogativi del primo giorno restano ancora senza risposta. Polizia e carabinieri hanno ascoltato centinaia di persone, scandagliato la vita di amici e familiari, perlustrato palmo a palmo decine di chilometri quadrati di terreni, dalla Val Brembana, alla zona dell’Isola, fino alla Bassa Bergamasca. Il fiuto dei cani ha portato al gigantesco cantiere di Mapello (Bergamo), ispezionato a fondo per circa due settimane, attorno al quale sono state fatte mille ipotesi.

Il caso sembrava chiuso già dopo una settimana, con l’arresto di un muratore marocchino, che poi si è rivelato estraneo alla vicenda. (Ansa)

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