(Video) Se non ora, quando? Difendiamo i bambini di Napoli
Interviste: Antonella Cozzi – Riprese e Montaggio: Carlo Maria Alfarano
Dopo vane promesse da parte del Comune di Napoli operatori, educatori, personale e centri socio-educativi, laici e religiosi, associati a Uneba tornano in piazza a protestare. Da 26 mesi l’amministrazione comunale non versa agli enti la retta di mantenimento per i minori accolti. A circa 25 milioni di euro ammonta il debito accumulato dalle strutture; 3000 i minori che rischiano di essere abbandonati. Una situazione drammatica, dunque, che merita la giusta attenzione da parte delle istituzioni politiche che troppo spesso rimandano, ad un domani incerto, la risoluzione di un problema gravissimo, che rischia di aprire una nuova ferita ad una città,come Napoli, in cui l’unica alternativa possibile ai giovani dei quartieri più disastrati, qualora, questi istituti dovessero effettivamente cessare la loro attività di sostegno educativo , è la criminalità. Lucio Pirillo, presidente di Uneba Napoli, assicura che, se non ci dovessero essere dei provvedimenti concreti, la manifestazione di oggi non è che la prima di una serie di azioni di protesta.
Il comunicato stampa dell’Uneba:
Per tutto il giorno restano chiusi i centri socio-educativi per 3000 minori.“Ecco cosa succederà se il Comune di Napoli continuerà a non pagare, malgrado le promesse, i 25 milioni di euro di debiti”“Se non ora, quando? Difendiamo i bambini di Napoli”.Sotto questo slogan, che parafrasa quello recente dell’indignazione femminile, scendono in piazza per una manifestazione di protesta operatori, educatori, personale e dei centri socio-educativi, laici e religiosi, associati a Uneba. Con loro anche genitori dei 3000 minori quotidianamente accolti nelle strutture. Come chiarisce lo slogan, si scende in piazza in nome loro: spesso provengono da situazioni economiche e sociali disagiate, e nei centri trovano attenzione educativa: se così non fosse, dove andrebbero?Si unisce alla protesta anche Sam, la federazione delle case famiglia napoletane.La manifestazione si svolgerà lunedì 28 febbraio a partire dalle 10, sotto le finestre di Palazzo San Giacomo. Cioè la sede dell’amministrazione comunale di Napoli che da 26 mesi non versa agli enti la retta di mantenimento per i minori accolti. A circa 25 milioni di euro ammonta il debito accumulato dalle strutture.Per dare ancor più forte voce alla loro protesta, i centri socio-educativi sospenderanno la loro attività per l’intera giornata di lunedì 28. Un disagio per le famiglie dei minori quotidianamente accolti, ma, ancora di più, un campanello d’allarme verso l’amministrazione comunale: questo è quel che succederà se le inadempienze e le promesse mancate della giunta Jervolino metteranno le strutture non profit di Uneba così tanto in difficoltà da costringerle a chiudere.Proprio a causa di questa drammatica situazione i centri Uneba hanno di recente nuovamente proclamato lo stato di agitazione e anche pubblicamente chiesto le dimissioni del sindaco Rosa Russo Jervolino e dell’assessore al sociale Giulio Riccio.“Quella di lunedì 28, in ogni caso – spiega il presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo – è la prima di una serie di azioni di protesta che intendiamo attuare. E nel frattempo continua a crescere il numero di strutture nostre associate che hanno deciso di passare alle vie legali nei confronti del Comune di Napoli, attivando le azioni necessarie per arrivare alla certificazione legale, attraverso l’ingiunzione di pagamento, del debito del Comune verso di loro.Per tutto il giorno restano chiusi i centri socio-educativi per 3000 minori.“Ecco cosa succederà se il Comune di Napoli continuerà a non pagare, malgrado le promesse, i 25 milioni di euro di debiti”“Se non ora, quando? Difendiamo i bambini di Napoli”.Sotto questo slogan, che parafrasa quello recente dell’indignazione femminile, scendono in piazza per una manifestazione di protesta operatori, educatori, personale e dei centri socio-educativi, laici e religiosi, associati a Uneba. Con loro anche genitori dei 3000 minori quotidianamente accolti nelle strutture. Come chiarisce lo slogan, si scende in piazza in nome loro: spesso provengono da situazioni economiche e sociali disagiate, e nei centri trovano attenzione educativa: se così non fosse, dove andrebbero?Si unisce alla protesta anche Sam, la federazione delle case famiglia napoletane.La manifestazione si svolgerà lunedì 28 febbraio a partire dalle 10, sotto le finestre di Palazzo San Giacomo. Cioè la sede dell’amministrazione comunale di Napoli che da 26 mesi non versa agli enti la retta di mantenimento per i minori accolti. A circa 25 milioni di euro ammonta il debito accumulato dalle strutture.Per dare ancor più forte voce alla loro protesta, i centri socio-educativi sospenderanno la loro attività per l’intera giornata di lunedì 28. Un disagio per le famiglie dei minori quotidianamente accolti, ma, ancora di più, un campanello d’allarme verso l’amministrazione comunale: questo è quel che succederà se le inadempienze e le promesse mancate della giunta Jervolino metteranno le strutture non profit di Uneba così tanto in difficoltà da costringerle a chiudere.Proprio a causa di questa drammatica situazione i centri Uneba hanno di recente nuovamente proclamato lo stato di agitazione e anche pubblicamente chiesto le dimissioni del sindaco Rosa Russo Jervolino e dell’assessore al sociale Giulio Riccio.“Quella di lunedì 28, in ogni caso – spiega il presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo – è la prima di una serie di azioni di protesta che intendiamo attuare. E nel frattempo continua a crescere il numero di strutture nostre associate che hanno deciso di passare alle vie legali nei confronti del Comune di Napoli, attivando le azioni necessarie per arrivare alla certificazione legale, attraverso l’ingiunzione di pagamento, del debito del Comune verso di loro.