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(Video) Radio e poesia alla Libreria Treves

(Servizio: Daniela Giordano)
NAPOLI – Quale miglior modo di cominciare il weekend, finito di lavorare, se non rallentando i ritmi della settimana facendo qualcosa di piacevole per noi stessi, immergerci in una passione qualunque, da subito, stesso il venerdì sera? Un ottimo spunto l’ha suggerito la Libreria Internazionale Treves, offrendo un pomeriggio interamente dedicato alla poesia. Ospite d’onore, il poeta Mario De Santis, meglio conosciuto a un più vasto pubblico come conduttore radiofonico, in onda tutte le mattine su Radio Capital con il programma “Il Geco” – in compagnia di Benny – e le pillole d’informazione culturale “Soul Food”.

“La polvere nell’acqua”, di Crocetti editore, è la raccolta di poesie presentata nei locali di piazza Plebiscito, secondo lavoro dopo il precedente “Le ore impossibili” (ed. Empiria 2007), nell’incontro coordinato da Bruno Galluccio a cui hanno partecipato i poeti partenopei Marco De Gemmis e Claudio Finelli, che hanno letto propri scritti, e il critico Enzo Rega che ha fornito una minuziosa analisi dei versi contenuti nel volume.

Un momento davvero interessante in cui De Santis ha avuto l’opportunità di spiegare e condividere la propria idea di poesia: di certo non lirica in senso stretto, non ispirata a concetti astratti o metafisici, ma ben radicata nella realtà storica in cui viviamo, della quale intercettare istanti e fotogrammi da immortalare poi nel testo scritto. Un misto di versi lunghi, in forma diretta come nei dialoghi, ad accompagnare luoghi e date, attimi di vita vissuti, sensazioni provate. Ecco dunque spiegata la polvere. Da ricercare negli angoli, prima che venga spazzata via, prima che vada incontro all’inevitabile destino di dissolversi nel vento, o nell’acqua, e non lasciare traccia. Lo scopo è carpire quel lungo momento in cui la polvere viene sollevata da terra e resta sospesa nell’aria, divenendo spesso spettatrice dei peggiori drammi umani.

(prima)

In principio il giorno ha la memoria di una farfalla
è l’ostaggio dell’oscurità che muore. Due fiocchi
di viola nel cielo, era un tempo vuoto e gemello
di una clessidra che sa
d’essere due lacrime dallo stesso occhio
che si baciano, due gocce
che non sanno di vivere nella stessa pioggia,
né di trattenere tanta polvere, che soffierà.

Probabilmente, in questa sua particolare poetica coesistono le due professioni in apparenza antitetiche, ma che in realtà si completano: il giornalista, attento osservatore dell’attualità in perpetuo movimento di cui discute ogni giorno con gli ascoltatori, e il poeta, che dei ritmi lenti e le pause di riflessione ne fa il pane quotidiano. Ad ogni modo, la descrizione di sé che preferisce rilasciare è: “Ebbene si, sono un poeta principalmente, per il resto faccio la radio”. L’arrivo del weekend, allora, sarà doppiamente atteso.


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