(Video) Il Live flegreo di Patti Smith per ricostruire Città della Scienza
(Servizio: Daniela Giordano – Video: Ugo Di Fenza)
Patti Smith è tornata al Neapolis Festival per il secondo anno consecutivo. Se l’anno scorso aveva deliziato il pubblico salernitano di Giffoni Valle Piana – che aveva offerto ospitalità all’evento, priva di una location, stabilendo così una partnership ancora in corso con il Festival del cinema per ragazzi –, quest’anno il Neapolis torna in patria, nella storica sede dell’Arenile di Bagnoli, a due passi da Città della Scienza. Ad essa, infatti, sarà dedicato l’intero Festival che devolverà parte degli incassi alla ricostruzione del polo, distrutto da un incendio doloso lo scorso 4 marzo. La “sacerdotessa del rock” non poteva certo lasciarsi sfuggire un’occasione del genere, sempre in prima fila quando si tratta di sostenere una causa importante. Così, ha anticipato l’inizio del tour di promozione dell’album “Banga”, uscito nel 2012, apposta per la data partenopea e che poi lo porterà in giro per l’Europa, solo in Italia con altri sei appuntamenti.
Con il concerto di Patti Smith si è aperto ufficialmente il Neapolis Festival che replicherà il prossimo mese, il 25 e 26 luglio, con una due giorni di concerti sempre all’Arenile Reload e, a fare da headliner, rispettivamente i padri del trip-hop, i Tricky, in quella che sarà la loro unica data italiana, e i Kings of Convenience per i quali si attendono un gran numero di fans.
A vedere la signora Smith c’erano circa duemila persone, un pubblico trasversale, più o meno di tutte le età e che non è rimasto di certo deluso; anzi, a giudicare dalla partecipazione durante illive, i cori intonati per le varie hit – e non solo per l’arci-famosa “Because the night” – e i lunghi applausi, non vi è margine di dubbio che sia rimasto soddisfatto. D’altronde, la classe, l’energia e il profondo talendo dell’intera band, erano visibili a occhio nudo. E le circa due ore di spettacolo, tra i pezzi dell’ultimo album e i successi storici dei primi – tali da permetterle l’ingresso alla Rock and Roll Hall of Fame –, sono letteralmente volate via. Ma quello che ha colpito è stata la straordinaria dote della cantante di comunicare con il pubblico. Una capacità di stabilire una connessione, andando ben oltre le barriere linguistiche, degne di una vera artista. Sarà stato merito del fatto di essere prima di tutto una scrittrice che, attraverso i testi delle proprie canzoni, ha cercato sempre di trasmettere un messaggio d’amore alla gente. È stato evidente quando ha dedicato “Because the night” ai ragazzi presenti ai concerti del ’79 a Firenze e Bologna, poco prima del suo lungo ritiro dalle scene. Ma ancora di più quando ha espresso il proprio sostegno a Città della Scienza, con il messaggio di speranza: “La ricostruiremo. Perché i nostri ragazzi hanno bisogno di arte, cultura, matematica e scienza”, o in chiusura, con il pezzo “People have the power”, quando ha aggiunto a margine: “Don’t forget it”. D’altra parte, se è vero che un buon sacerdote è il migliore interprete delle parole di un essere superiore, capace di coinvolgere intere masse, mai soprannome è stato più azzeccato per Patti Smith che ha ammaliato il suo pubblico come un incantatore di serpenti. Dall’unico pulpito per lei ammissibile: il palco.