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“Un pomeriggio in compagnia” di Maurizio De Giovanni

NAPOLI (di Eleonora Posabella) – E’ una giornata fredda quella di lunedì 16 dicembre 2013, ma ciò nonostante le persone accorrono numerose alla piccola libreria di Pozzuoli “un libro tira l’altro”, l’evento in programma è la presentazione dell’ ultimo lavoro dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni.

L’atmosfera è informale quasi intima, tanti sono gli affezionati dei personaggi nati dalla penna de De Giovanni: Ricciardi in primis e Lojacono poi. Presentato da Davide Morganti amico e scrittore , il bancario napoletano partecipa all’evento con evidente coinvolgimento e ci tiene ad instaurare un clima di vicendevole scambio, evitando di ridurre il tutto ad un semplice soliloquio. Il nuovo libro da poco in vendita è “Buio”, terzo episodio delle avventure di Lojacono, che fa seguito a “Il metodo del coccodrillo” e “ I bastardi di Pizzofalcone”. L’idea del personaggio di Giuseppe Lojacono, poliziotto siciliano catapultato nella nostra città a causa di un’ improbabile accusa di collusione mafiosa, nasce probabilmente dall’ esigenza dello scrittore di prendere le distanze da quello che è stato il suo primo successo: il commissario di origine cilentana Luigi Alfredo Ricciardi, a cui De Giovanni ha dedicato fin ora ben sei romanzi ambientati nella Napoli degli anni ‘30.

Per sfidare dunque coloro i quali lo volevano confinato in un’ epoca troppo lontana dalla nostra, l’autore inventa un personaggio più contemporaneo, che si misura tutti i giorni a causa del proprio lavoro di poliziotto con problematiche quanto mai attuali.
Al fine di rendere maggiormente veritiera l’attualità dell’ ambientazione De Giovanni costruisce intorno al siciliano tutta una serie di personalità, ognuno delle quali vive situazioni e tragedie reali, nelle quali è facile immedesimarsi; ecco quindi che prende forma l’idea del commissariato di Pizzofalcone, scenario perfetto dei drammi napoletani. La scrittura di De Giovanni è piacevole e scorrevole poiché va dritta al nocciolo della questione privilegiando appunto la storia, senza mai perdersi nei meandri di inutili raffinatezze. E’ facile dunque comprendere l’interesse da parte della Rai nei confronti di questo coinvolgente ciclo di romanzi, dai quali spera di tirare fuori una serie televisiva di sei puntate, senza tuttavia stravolgere l’identità dei personaggi, belli proprio perché reali nelle proprie brutture. Del libro presentato afferma che si tratta probabilmente del lavoro più duro e atroce da lui mai scritto, malgrado nella trama non si accenni ad una goccia di sangue, questa è una storia che si pone in qualche modo l’obiettivo di lasciare qualcosa in coloro i quali si apprestano a leggerla. Alla domanda dei presenti sul perché le sue storie non abbiano mai come protagonisti dei napoletani, De Giovanni risponde con semplicità: che la nostra bella città può essere compresa e onestamente giudicata solo da meridionali, non di origine napoletana, i quali secondo lo scrittore avrebbero il giusto distacco per guardare ai problemi e alle bellezze partenopee.

Maurizio de Giovanni (a destra)
Maurizio de Giovanni (a destra)

Napoli è infatti l’unico centro urbano nel quale la cosiddetta periferia è a pochi passi dal centro, ciò ha permesso all’ autore di trattare diverse realtà racchiuse in poche centinaia di metri. Sono le 19.45 il tempo trascorso è volato ed è già ora di salutarsi, l’autore infatti dovrà intervenire al programma sportivo “Il processo del lunedì”, perché da buon napoletano De Giovanni è innamorato della sua città e della sua squadra.