“Un assaggio di Napoli”, di di Aldo Di Mauro
NAPOLI – In un libro di Aldo Di Mauro i primati della città di Napoli. Nino Buonocore, Amedeo Colella, Maurizio Di Mauro, Lello Esposito, Pietro Gargano, Pasquale Giustiniani, Mario Maglione, Massimo Masiello, Gino Rivieccio, Corrado Taranto, con il coordinamento di Giuseppe Giorgio.
È il parterre de roi che interverrà nel corso della presentazione del libro Un assaggio di Napoli (grauseditore) di Aldo Di Mauro al Bistrot del teatro Mercadante, in programma il 7 febbraio 2014 a partire dalle 17.30. Eccellenze napoletane a parlare, confrontarsi, testimoniare dei primati della città, di una grande metropoli dal respiro europeo, ma soffocata dagli stereotipi. Le eccellenze di Napoli, la fotografia di una città in positivo. Tanti assaggi di quella Partenope di cui si riflette ultimamente unimmagine appannata.
A partire dalla copertina che riproduce una delle classiche icone della città, quelle da cartolina: un olio su cartone di Theodore Duclere, il pittore napoletano di origine francese, discepolo di Pitloo. Aldo Di Mauro con Un assaggio di Napoli prova a mettere insieme le eccellenze di quella e di questa Napoli. Sono vari gli assaggi di una città dei quali se ne vorrebbe di più, perché la lettura del libro induce a cercarne ancora. Dalle ricette della nonna, al teatro, alla musica, la cultura, la medicina, la religione. Emerge unimmagine di cui il libro è giusto viatico per procedere al percorso della conoscenza di una città e di un popolo dai mille primati ma che, come diceva Raffaele Viviani nella splendida Campanilismo, parlando di quando un napoletano fa qualcosa, non sa apprezzarli adeguatamente. Qualunque cosa fa, siente: E ched’è? ‘O ssaccio fà pur’io. Senza pretese.
E chesto simme nuie. Dopo di che, Nun se fa niente ‘e buono a stu paese? E tu, Napule mia, permiette chesto? Strignece ‘mpietto a te, figlie e figliastre. Arapencelle ‘e braccia e fallo priesto: avimm’ ‘a stà a guaglione e simmo maste. E qui si aprirebbe tutto un capitolo di riflessioni su una letteratura ampia che mette le radici nella incapacità di fare marketing, di fare sviluppo economico autonomo partendo dalle risorse naturali patrimonio della regione. Laddove per patrimonio bisognerebbe intendere pure tutti quei cervelli spuntati in ogni disciplina, ma che per moltissimi motivi sono andati via. Un assaggio di Napoli, come si diceva prima, allora, diventa un antipasto, giusto per restare alla metafora culinaria. E che rimanda a tutti quei link aperti da Di Mauro, per rileggere, riappropriarsi e, non senza una buona dose di sano orgoglio, di una storia, di una memoria, ma anche di un presente, non sempre noto ai conterranei, ma, paradossalmente, fuori dai confini regionali, straripante di riconoscimenti. Ai lettori non napoletani il libro di Aldo Di Mauro trasferisce una minienciclopedia della realtà, come è stata, come è e come potrebbe essere. Se solo, per primi gli abitanti di questa regione, dove risiedono tutte queste eccellenze, ne prendessero coscienza e le preservassero. E sintomatico che i capitoli più ampi del libro siano dedicati alla poesia e alla musica, due delle grandi passioni dellautore.