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Ultimo saluto a Papa Francesco: afflusso di fedeli a San Pietro, funerali sabato 26 aprile

Migliaia di fedeli si stanno riversando in Piazza San Pietro per rendere l’ultimo omaggio a Papa Francesco, deceduto lo scorso 21 aprile alle 7:35 del mattino, colpito da un ictus seguito da un attacco cardiaco. Una folla commossa ha cominciato a entrare nella Basilica fin dalle prime ore del giorno per la camera ardente, dove la salma del Pontefice è esposta fino a venerdì. I funerali solenni si terranno sabato 26 aprile alle ore 10. Secondo la Protezione Civile, si attendono oltre 450mila persone tra la camera ardente, i funerali e il prossimo Conclave, che si aprirà subito dopo le esequie per scegliere il nuovo Papa.

Fedele al suo stile sobrio e alla sua visione di una Chiesa povera per i poveri, Papa Francesco ha disposto nel testamento una sepoltura semplice: una bara di legno, rivestita internamente in zinco, senza ornamenti preziosi, e una tomba in terra presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Lì, una lapide con la sola iscrizione “Franciscus” segnerà il suo riposo eterno. Un gesto che riflette l’intera missione del suo pontificato: l’attenzione agli ultimi, il rifiuto dello sfarzo, il dialogo con le periferie del mondo, sia fisiche che spirituali. La cerimonia funebre vedrà la partecipazione di leader da ogni angolo del pianeta: dal presidente francese Emmanuel Macron al leader ucraino Volodymyr Zelensky, passando per Donald Trump, Javier Milei, Jair Bolsonaro, Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen, e i sovrani di Spagna. Una presenza che testimonia l’impatto globale di Jorge Mario Bergoglio, primo Papa gesuita e primo sudamericano a salire al soglio di Pietro.

Assente il presidente russo Vladimir Putin, segno dei rapporti tesi tra la Santa Sede e il Cremlino negli ultimi anni, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina. Il cardinale Gianfranco Ravasi ha tracciato un ritratto intenso del Papa scomparso: “Francesco aveva capito che la Chiesa si stava sfrangiando, per questo ha lavorato sulla sinodalità, sul camminare insieme. Il prossimo Papa dovrà proseguire su questa strada, tenendo unita la pluralità senza cadere nella divisione”. Ravasi ha anche respinto le critiche alla formazione teologica di Bergoglio, ricordando che “il suo magistero è radicato nel Vangelo”. L’enciclica *Fratelli tutti*, con la parabola del Buon Samaritano come guida, rimane uno dei documenti più forti del suo pontificato. Papa Francesco ha saputo parlare al mondo con parole semplici ma cariche di significato. “L’odore delle pecore”, “la guerra mondiale a pezzi”, “la Chiesa come ospedale da campo”: espressioni entrate nell’immaginario collettivo. “In un’epoca digitale – ricorda Ravasi – serve un linguaggio che tocchi il cuore, che sia chiaro, diretto, essenziale. Francesco lo ha fatto con maestria”. Con la salma ancora esposta in San Pietro, gli occhi del mondo si spostano ora verso il Conclave. Diversi i nomi già circolanti tra i porporati: si parla di continuità ma anche di possibili sorprese. Intanto, Roma si prepara a vivere giorni storici, tra emozione, riflessione e attesa.

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