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Sicurezza sul lavoro, la proposta Cifa-Confsal: “Serve un polo unico Inail e più incentivi”

In Italia si contano ogni anno oltre 1.000 vittime sul lavoro e più di 500.000 infortuni. Un bilancio drammatico che impone un cambio di passo nella gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Proprio su questo tema si è concentrato l’incontro “Per un ambiente di lavoro sano”, organizzato da Cifa e Confsal a Bologna, nell’ambito della manifestazione “Ambiente Lavoro”. Al centro del dibattito, l’idea di rafforzare il ruolo dell’Inail come ente coordinatore per tutte le attività legate alla sicurezza, dalla vigilanza alla formazione, passando per la consulenza alle imprese.

La proposta lanciata da Cifa e Confsal è chiara: istituire un *polo unico della sicurezza sul lavoro*, sotto la gestione dell’Inail, che accorpi competenze e responsabilità oggi frammentate tra più enti. “Perché proprio l’Inail?”, si chiede Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal. “Perché è l’unico ente che già oggi emana le norme in materia di prevenzione e dispone delle competenze tecniche necessarie. Nessuno meglio dell’Inail può ricoprire questo ruolo”. Una proposta che si inserisce nel nuovo contesto normativo dopo che, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni, 650 milioni di euro dell’avanzo Inail non andranno più al Tesoro, ma saranno reinvestiti in sicurezza sul lavoro. “È un’occasione storica per rendere strutturali politiche finora troppo episodiche”, ha sottolineato Margiotta. Un altro elemento cardine emerso durante l’incontro riguarda la tracciabilità della formazione in materia di sicurezza. Andrea Cafà, presidente di Cifa e Fonarcom, ha proposto di mettere a disposizione dell’Inail i dati delle aziende e dei lavoratori che hanno seguito corsi di formazione attraverso il fondo interprofessionale Fonarcom. “Vogliamo costruire una buona pratica – ha detto – che possa diventare modello per tutti gli altri enti formativi. È fondamentale sapere chi è formato e chi no: oggi questo dato manca ed è un grave limite per le politiche di prevenzione”.

L’obiettivo è duplice: premiare le imprese virtuose e creare un circolo virtuoso in cui la sicurezza diventi parte integrante della strategia aziendale. Anche attraverso *incentivi economici* alle imprese che assumano tecnici dedicati esclusivamente alla salute e sicurezza. Cifa e Confsal hanno recentemente rinnovato la propria contrattazione collettiva, rafforzando l’approccio alla salute e sicurezza come leva strategica, non solo come obbligo. Tra le principali novità figurano:

L’uso dell’intelligenza artificiale per la valutazione predittiva dei rischi, grazie all’integrazione di tecnologie di *machine learning*;
Il rafforzamento del ruolo del preposto, con riconoscimento economico legato al rischio del settore, assicurazione per responsabilità civile e formazione biennale obbligatoria. A sottolineare il potenziale dell’AI nella prevenzione è stato anche Cesare Damiano, presidente del Centro Studi Lavoro e Welfare ed ex ministro del Lavoro: “Dispositivi intelligenti, microchip nei DPI, webcam per il monitoraggio dei comportamenti nei cantieri: tutto questo può salvare vite. Ma va fatto con equilibrio, per evitare rischi da tecnostress o violazioni della privacy. La contrattazione ha un ruolo chiave per definire i confini”. “Non basta l’ordinaria amministrazione: servono provvedimenti straordinari e il coraggio di cambiare approccio”, ha concluso Margiotta. La sicurezza deve diventare parte integrante della cultura del lavoro, non un adempimento da archiviare”.

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