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Serie A: la tredicesima giornata

NAPOLI (di Luigi Tomasone) – Anche la tredicesima giornata di serie A va in archivio. Cosa ci dice? La Juventus è una certezza altro che fuoco di paglia, vince anche a Roma contro la grande Lazio di questo inizio di stagione, e questo è un segnale inequivocabile. I bianconeri hanno battuto fin qui Milan, Inter e Lazio, tre scontri diretti vinti allo stesso modo, dando prova di grande forza e maturità: insieme al Milan al momento è la più seria candidata al tricolore. Conte sembra aver davvero trasmesso un grande spirito ai suoi giocatori, e l’emblema di questo inizio stagione è Pepe, autore del gol vittoria sabato, da epurato a pedina insostituibile.Il Milan, ieri un’altra goleada interna, stavolta vittima è il Chievo preso a pallate per 4 volte solo nel primo tempo, e deve ringraziare la stupida mentalità italiana del rallentare per non offendere, ma quale offendere, il calcio resta un gioco e se una squadra potrebbe segnare 6-7-8 gol perché non può farlo liberamente come avviene in Spagna e Inghilterra? Chissà forse è anche questo un segno che veniamo dopo Premier e Liga, ma questo è un altro discorso. Tornando ai rossoneri, beh che dire, sono un rullo compressore, entrati in campo affamati vogliosi di chiudere la pratica in pochi minuti, e così è stato. A mio avviso è ancora la favorita numero 1, non per il centrocampo, composto da buoni giocatori nulla di più (Nocerino e Aquilani) che si impegnano, quanto per la forza di cui dispone nel reparto avanzato: Ibra, Robinho, Pato, Boateng, sono grandi giocatori che in Italia fanno la differenza. Si sente parlare di Tevez al Milan, ma io dico a cosa serve? Oltre ai giocatori citati, il Milan dispone di El Schaarawy e Inzaghi, non dimentichiamolo, e in Serie A basta e avanza. L’Apache argentino servirebbe invece come il pane all’Inter. Un’Inter che strappa 3 punti di platino a Siena, grazie al coetano dell’italo-egiziano Luc Castaignos, che in mischia firma al 90’ il gol vittoria. Vittoria forse non meritata, non che il Siena abbia fatto chissà che, anzi solo qualche occasione in contropiede, quanto per la prova davvero irritante dei nerazzurri, senza nessuna idea, che si cimentano in un tiki-taka dei poveri, inutile e fine a se stesso, più simile a una melina italiana per mantenere il risultato, con una differenza sostanziale: l’Inter doveva assolutamente segnare e vincere la partita. Gli esterni Zarate e Alvarez sono stati sostituiti nell’intervallo, ma se l’ex laziale era stato davvero nullo, Ricky era stato l’unico propositivo, seppur in calo rispetto alle precedenti apparizioni, il meno peggio insomma, proprio quello da non sostituire. Entrano Obi e Castaignos, il nigeriano almeno corre, ed è già tanto in questi tempi di vacche magre, l’olandese sulla fascia è inconsistente, poi alla fine nella sua vera posizione la prima palla la butta dentro. Bisogna rivedere molto, anche Ranieri deve considerare meglio i ruoli e le potenzialità dei suoi uomini. Il Napoli continua a stentare in campionato. Dopo la storica vittoria in Champions sul City in settimana, strappa un punto forse nemmeno meritato a Bergamo, al 94’ segna Cavani, come spesso fece l’anno scorso nei minuti finali. Gli azzurri stanno soffrendo enormemente il doppio impegno, e i rincalzi ancora una volta non sono all’altezza: Pandev sembra finito con la Champions dell’Inter, Dzemaili giocatore sopravvalutato e pagato troppo, Santana impalpabile. Gennaio è vicino e in base a come si metterà la situazione in europa bisognerà intervenire sul mercato, perché in campionato lassù le altre corrono. Martedì però c’è già la grande occasione per limare la distanza: a Napoli arriva proprio la Juve.

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