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Presidente, dica 33!

Ruby e Silvio Berlusconi

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – In più riprese televisive, il presidente Berlusconi ha dato i numeri. Ha parlato di 189 processi in cui è coinvolto. Solo dopo poche ore il altre dichiarazioni parlava di 134. All’estero (sperando in un’informazione disattenta fuori dai confini italiani) ha parlato di 154 processi. Ma sulle ragazze del bunga bunga non ci sono equivoci: sono 33. Presidente, nelle sue future dichiarazioni sia chiaro, dica che le ragazze delle sue feste sono 33. Ad Arcore non ci si vestiva solo da poliziotte, così come piaceva fare a Barbara Guerra, o da infermiere, c’era chi andava con la maglia del Milan, per far piacere a Silvio Berlusconi. Ma di tutto ciò penso che importi poco a chi tiene a cuore il nostro paese. Sono i reati commessi che vorremmo fossero chiariti dai magistrati, ed all’occorrenza puniti, così come accadrebbe a tutti “gli altri” cittadini italiani. Ieri un nuovo scandalo in Parlamento: Prima per il conflitto d’attribuzione sul processo Ruby, che passa per 12 voti di scarto e fa tuonare le opposizioni. Il Paese oggi è migliore della sua classe politica. Non direi che sono tutti virtuosi, ma penso che si siano stravolti alcuni meccanismi. Assistiamo da anni inermi ad un parlamento “riempito” di uomini loro, intendo dire quei commercialisti, avvocati, portaborse, che il paese non ha scelto e che si è ritrovato seduto a quelle poltrone. La colpa dunque di non aver partecipato, di aver fatto fare e di essere stati sopraffatti da questo sistema che ci ha esclusi dalla partecipazione democratica e dalla vita politica del nostro paese. Ora bisogna recuperare, con un sano atto di responsabilità: A loro possiamo chiedere un resoconto e se non ci risponderanno, saremo noi a rispondere col voto. A noi stessi non resta altro che essere responsabili delle scelte e di non nasconderci in continuazione dietro l’alibi di un Paese che non funziona.

 

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