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Meloni incontra Trump a Mar-a-Lago: segnali positivi per la liberazione di Cecilia Sala

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano, si è dichiarata “soddisfatta” dell’incontro avvenuto ieri con l’ex presidente statunitense Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Secondo quanto riportato da *Il Corriere della Sera*, Meloni ha sottolineato il clima costruttivo dell’evento, affermando: “Siamo pronti a lavorare insieme in modo costruttivo e in un clima di reciproca fiducia. È andata bene”. Il colloquio privato, durato oltre cinque ore, ha visto al centro della discussione il caso di Cecilia Sala, la giovane giornalista italiana detenuta nel carcere iraniano di Evin, a Teheran, dal 19 dicembre scorso. La vicenda di Sala si è rivelata particolarmente complessa, attirando l’attenzione internazionale, ma mantenendo un basso profilo mediatico per volere della famiglia e a causa della delicatezza della situazione.

Secondo indiscrezioni, l’incontro tra Meloni e Trump avrebbe colto di sorpresa buona parte del governo italiano. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, non sarebbe stato informato preventivamente. La missione, infatti, sarebbe stata organizzata direttamente da Meloni, sfruttando i rapporti con lo staff di Trump e con personalità come Elon Musk. Questa mossa autonoma non avrebbe trovato il pieno consenso della Farnesina e di alcuni settori dei servizi di sicurezza italiani, che avrebbero espresso riserve sulla gestione non coordinata dell’operazione. Nonostante le controversie sul metodo, l’incontro avrebbe prodotto segnali positivi riguardo al caso Sala. Tuttavia, le informazioni che trapelano restano scarse, anche per rispettare la richiesta di riservatezza avanzata dai genitori della reporter. La strategia adottata sembra combinare la diplomazia ufficiale con un approccio più informale e diretto, volto a ottenere risultati concreti in tempi brevi.

Il caso Sala si intreccia con la vicenda giudiziaria di Alireza Abedini Najafabadi, cittadino iraniano attualmente in custodia in Italia e la cui estradizione è richiesta dall’Iran. La Corte di Appello di Milano ha fissato un’udienza per il 15 gennaio per discutere sugli arresti domiciliari di Abedini. La difesa ha proposto una soluzione che includerebbe la garanzia di un alloggio supervisionato dal consolato iraniano, ma la decisione finale potrebbe dipendere dall’intervento del ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio. Ai sensi dell’articolo 718 del codice di procedura penale, infatti, il ministro ha il potere di disporre la revoca della detenzione, rendendo possibile la liberazione di Abedini. Sul fronte iraniano, il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei, ha dichiarato che il caso di Cecilia Sala è oggetto di un’inchiesta. In un comunicato ufficiale, il dipartimento dei media esteri del ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico ha accusato la giornalista di violazione delle leggi della Repubblica Islamica. Baghaei ha inoltre specificato che ulteriori dettagli saranno forniti dal portavoce della magistratura iraniana, Asghar Jahangir.

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