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Cronaca

Le mamme di Caivano scrivono a Giorgia Meloni: «Aiutateci»

Un appello disperato arriva dalle donne sfrattate del Parco Verde di Caivano, che, con una lunga lettera carica di dolore e speranza, si rivolgono direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla Procuratrice di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone. Queste mamme, che si definiscono “sfrattate” dopo l’operazione di sgombero del 28 novembre, raccontano il dramma di chi, pur avendo occupato abusivamente degli alloggi molti anni fa, si ritrova ora senza una casa e senza prospettive. La lettera, scritta a nome delle famiglie colpite dallo sgombero, è il grido di chi ha vissuto nel Parco Verde per decenni, spesso in condizioni precarie. «In queste case abbiamo dato tutta la nostra vita, tutti i nostri sacrifici. Le abbiamo sistemate con le nostre mani, perché il Comune ci ha abbandonato dal primo giorno», scrive una delle donne. Le abitazioni, descritte inizialmente come “sale mortuarie”, sono state trasformate in case grazie all’impegno dei residenti, un impegno che ora sembra spazzato via da una decisione che, dicono, li lascia senza alternative. Il Parco Verde, noto alle cronache per problematiche sociali e criminalità, è diventato un marchio d’infamia che segue gli abitanti ovunque vadano. «A noi non affittano nemmeno una stanza perché siamo del Parco Verde», lamentano le donne. Una condizione di esclusione sociale che si aggiunge alla difficoltà materiale di dover vivere al freddo e senza risorse, con figli piccoli e adolescenti da proteggere.

Con grande umiltà e dolore, le madri riconoscono gli errori del passato, scusandosi per aver occupato abusivamente quegli spazi. «Se abbiamo sbagliato, vi chiediamo scusa con il cuore in mano. Ma lo abbiamo fatto per dare un tetto ai nostri figli, non per creare tutto questo». La lettera sottolinea come molti abbiano già pagato le conseguenze di quegli errori, e chiede che a soffrirne non siano i bambini, costretti ora a vivere senza una casa e senza serenità. «Cara Signora Giorgia Meloni, da mamma a mamma, vi chiediamo di aiutarci», scrive una delle donne. Con il Natale alle porte, l’appello si fa ancora più accorato: «Per noi il Natale non sarà un periodo di gioia, perché ci è stato tolto tutto. Ma con il vostro aiuto, possiamo ricominciare». Le mamme chiedono non solo una casa, ma anche una possibilità di riscatto sociale e dignità per sé e per i loro figli. Questa lettera non è solo un grido di dolore, ma anche un richiamo alla solidarietà e alla giustizia sociale. Le donne chiedono una mano tesa per uscire dalla spirale di difficoltà che li ha travolti, con la speranza che la politica e le istituzioni possano rispondere a questa richiesta di aiuto con soluzioni concrete e tempestive.

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