“La strage dimenticata”, il racconto dei superstiti nel libro di Giuliana Covella
NAPOLI (di Eleonora Posabella) – Storie e racconti inediti. Il Libro di Giuliana Covella, “La strage dimenticata” edito da Graus editore, non è una commemorazione di quel momento, non solo, ma spunto di riflessione per far luce su quel terribile evento. Vite sconvolte da quell’attimo, i terribili ricordi, i racconti, fanno del libro un lavoro unico e toccante, per chi è superstite, per chi oggi ascolta ciò che è accaduto quel 23 dicembre 1984.
La piccola e accogliente libreria Amodio, presso Port’Alba a Napoli, diventa la location ideale per l’incontro.
L’attentato al treno, partito dal binario 11 di P.zza Garibaldi a Napoli e diretto a Milano, è costato la vita a ben 17 persone, 267 furono i feriti, ed resta ancora oggi uno dei più grossi enigmi, riguardanti una bruttissima pagina della storia italiana, quella legata alla mafia e allo Stato, congiunti da un’ inestricabile groviglio.
Come si evince dalle tante voci intervenute, come quella di Attilio Iannuzzo il moderatore o quella del l’Avvocato penalista Luigi Ferrandini, ciò che ancora oggi spaventa e logora gli animi degli italiani è l’impossibilità di attribuire le colpe a qualcuno, poiché le motivazioni e i mandanti della Strage di Natale, così chiamata perché avvenuta durante il periodo natalizio, restano ignote.
E’ proprio l’Avvocato Ferrandini a sottolineare i tanti particolari ambigui, che ruotano attorno a questa triste vicenda, a cominciare dal processo, svoltosi in maniera del tutto insolita e alquanto veloce rispetto alle lunghe tempistiche, che riconosciamo proprie del nostro paese. La serata si scalda dunque con la lettura di alcune parti del libro stesso, che prendono voce grazie all’ interpretazione di Claudia Carbone; la ricostruzione dei fatti della Covella ci da la facoltà di immedesimarci per quanto possibile negli attimi di paura vissuti dalle superstiti Enza Napolitano e Filomena Albanese.
Con grande sorpresa scopriamo poi che la signora Albanese, sopravvissuta all’ attentato insieme al marito Mario, ha voluto prendere parte all’ incontro, senza però dare sfogo in prima persona al vissuto di quel giorno per ovvie motivazioni; la voce della signora Albanese si fa quindi più forte nell’affermare la completa mancanza di risalto, che i mezzi di comunicazione tutti hanno deciso nel corso degli anni di dare alla strage di Natale, quasi a voler mettere a tacere l’intera questione.
E’ appunto da qui che prende forma l’idea e quindi il lavoro di Giuliana Covella, toccata nel profondo dall’avvenimento, visto con gli occhi di bambina soltanto attraverso la televisione e rivissuto poi grazie all’ esperienza di coloro i quali hanno voluto donarle le proprie emozioni.
E’ dunque un libro che si ripromette di raccontare a chi non sa, di ricordare a chi l’ha vissuto anche solo attraverso le immagini della tv, ma soprattutto è un libro che intende evitare che l’ Italia si dimentichi ancora una volta dei “suoi morti”.