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Cronaca

La Gelmini boccia il rettore di Firenze “Stop a lezioni? Appello inaccettabile”

MILANO – Un appello a tutti i docenti a non fare lezione martedì, giorno in cui alla Camera riprenderà la discussione sulla riforma Gelmini dell’ Università. L’iniziativa è del rettore dell’università di Firenze, Alberto Tesi. Ed è stata prontamente bocciata dal ministro dell’Istruzione. «Considerata l’importanza della giornata di domani per il futuro dell’Università italiana – si legge in una nota diffusa sul sito dell’ateneo fiorentino – il rettore, d’accordo con i presidi delle Facoltà, facendo seguito a quanto profilato nella seduta straordinaria del Senato Accademico di mercoledì 24 novembre, invita tutti i docenti a sospendere l’attività didattica ordinaria favorendo momenti di riflessione sui temi della riforma». «Quello del rettore di Firenze – ha replicato Mariastella Gelmini – è stato un comportamento inaccettabile e inqualificabile di chi vuole conservare i propri privilegi». «È il solito copione che si ripete dal 1968 – ha aggiunto il ministro – . Rettori e professori che sospendono le lezioni sulla pelle dei ragazzi che non possono più studiare. Alcuni rettori che per la prima volta vedono messe in discussione le loro rendite di posizione tentano di bloccare la riforma. Non ci riusciranno perché il 90% degli studenti vuole che l’università cambi, diventi più moderna e che vengano abbandonati i vecchi slogan», ha concluso la Gelmini.

PROTESTE – La protesta contra la riforma universitaria italiana nel frattempo si allarga, fino ad arrivare al Cern di Ginevra: un gruppo di studenti e dottorandi italiani che lavorano in uno dei più grandi laboratori di fisica nucleare si trova ora sul tetto del palazzo dell’amministrazione centrale a «difesa» dell’Università pubblica. Quanto all”Italia, in mattinata è stata occupata dagli studenti la Scuola Normale Superiore di Pisa. A Roma, mentre prosegue l’occupazione del tetto della facoltà di Architettura, gli studenti di Archeologia e Storia dell’Arte dell’università La Sapienza hanno organizzato un piccolo corteo intorno al Colosseo, quindi hanno recintato simbolicamente l’Arco di Costantino simulando con degli scatoloni vuoti il crollo a Pompei. A Milano studenti e ricercatori hanno srotolato per alcuni minuti da una delle balconate del Duomo uno striscione giallo di circa 4 metri di lunghezza, con scritto in rosso «(Ri)viva la ricerca per favore».

APPELLO DI 400 DOCENTI – Circa 400 docenti, nel frattempo, hanno firmato un appello a favore della riforma Gelmini, promosso dalla Fondazione Magna Carta. «Difendiamo l’Università dalla demagogia – si legge – È troppo tempo che l’Università italiana ha bisogno di una cura incisiva ed efficace. È troppo tempo che il mondo accademico aspetta una riforma capace di restituirgli il prestigio perduto. È troppo tempo che gli studenti italiani bravi e meritevoli non hanno più la possibilità di frequentare istituzioni universitarie competitive rispetto al resto dell’Europa e del mondo». (Il Corriere della Sera)

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