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La casa degli orrori, una città distratta

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – Ha ottenuto gli arresti domiciliari Rosa S., l’insegnante 69enne in pensione che da circa otto anni teneva segregata in un’abitazione del quartiere Vomero a Napoli la figlia 36enne Chiara. Ed alle tante persone che hanno urlato “mettetela in quella casa per otto anni e poi ne parliamo”, io direi di andare cauti.

Chiara, segregata in casa da otto anni al VomeroLa violenza alimenta violenza e odio. Ci interessa più capire i legami di queste persone e con chi. Non c’è una cugina, un parente che possa aver chiesto di lei in questi lunghi anni.  Frasi di circostanza, “Chiara come sta? Dov’è?” Oppure una telefonata di auguri per un compleanno, qualcuno deve esserselo ricordato. Vicini di casa disinteressati, il portiere (che definizione conosce tutto e tutti), un’amica del liceo. Nessuno ha più chiesto di lei? Tuttavia, ha affermato ancora la madre: “Da anni Chiara rifiutava ogni contatto con l’esterno e dava in escandescenze se persone diverse dalla madre entravano nell’appartamento di via Caldieri”. Tutti abbiamo visto (forse) il video che la polizia ha girato all’interno dell’appartamento, non ci è sembrato che la ragazza si fosse innervosita particolarmente per la presenza di estranei. La triste novità: è l’anziano che segrega il giovane, lo chiude alla realtà. Non certo per difenderla, forse per liberarsene. Un’unica certezza: Orrori che si ripetono, talvolta dietro casa nostra, tra l’indifferenza.

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