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Cronaca

Iacp, quindici (ex)giovani laureati “illusi”

NAPOLI – Parlare di “precari” che vengono espulsi dalla Pubblica Amministrazione, ormai, non “fa più notizia”- Ma la nostra vicenda, contrattisti dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli, si distingue per un aspetto umanamente rilevante : l’Illusione.

Quindici (ex)giovani laureati e diplomati “illusi” di aver trovato un ruolo economico e sociale; ed aver coltivato e consolidato questa illusione per più di otto anni. Tanto che molti hanno talmente creduto a questo progetto da mettere su famiglia, fare figli, progettare un futuro.

Questa illusione non è stata il frutto di una suggestione, ma il prodotto di atti ed atteggiamenti concretamente posti in essere dall’amministrazione e dalla dirigenza dell’IACP Napoli che ha costruito sulla nostra voglia di fare e di “cogliere l’occasione” un castello di carta (provvedimenti amministrativi) che da un lato consentiva all’Ente di tirare avanti (nonostante un vuoto in organico pari al 50%) attraverso il nostro lavoro, e dall’altro progressivamente, ci collocava (ed illudeva) sempre più organicamente nell’organizzazione dell’Ente.

Un timido inizio come lavoratori interinali, poi subito contratti co.co.co, ed ancora selezione di idoneità per contratti di lavoro dipendente, però a termine. Questo termine è scaduto il 31/07/2011 per i primi nove (mentre per gli altri sei il termine è il 31/12/2012), dopo aver lavorato per oltre otto anni con gli stessi doveri e modalità di un lavoratore dipendente e con qualche diritto in meno.

Il colmo dell’illusione è avvenuto quando l’amministrazione, sulla base delle finanziarie “Prodi” ha formalmente deliberato, e avviato, il percorso di stabilizzazione senza mai portarlo a termine, e che poi è definitivamente, e immotivatamente, “saltato” dopo che il governatore Caldoro, ha soppresso le amministrazioni (di tutti gli Enti della Campania) ed ha commissariato gli Enti.

Nel frattempo i lavoratori “in scadenza”, e ormai scaduti, sono stati costretti a ricorre al Giudice del Lavoro depositando dei ricorsi in urgenza, ben sapendo che Napoli non è la sede di sentenze innovative in materia di diritto del lavoro.

Alla fine, dopo oltre otto anni di lavoro (sudato e sfruttato), di professionalità specifiche acquisite torneremo tra le schiere dei disoccupati ( neanche più giovani) sospesi alle non luminose sorti del nostro Paese.

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