Notizie dall'Italia e dal mondo

Primo Piano

I leoni a spasso per piazza dei Martiri

NAPOLI (di Anna Paola Merone)  — C’è chi ha pensato che i leoni della colonna ottocentesca, disegnata da Enrico Alvino per piazza dei Martiri, fossero stati spostati. Chi ha ipotizzato uno scherzo di quelli messi in piedi da trasmissione televisive che si burlano della (finta) ingenuità di alcuni personaggi famosi. Risolto l’enigma tanti hanno voluto toccare con mano i giganteschi felini comparsi quasi per magia ieri pomeriggio in piazza dei Martiri e lungo via Calabritto. Ha fatto decisamente centro l’installazione «Fieri» di Nadia Magnacca. L’artista ha riprodotto in vetroresina i quattro leoni che caratterizzano l’unica piazza triangolare d’Italia, ciascuno dei quali ha un significato simbolico: quello morente ricorda i caduti della rivoluzione napoletana del 1799, quello trafitto dalla spada i carbonari del 1820, mentre gli altri due, dall’aspetto feroce, i caduti liberali e i garibaldini rispettivamente del 1848 e del 1860. L’artista ha «portato a spasso» per la piazza e lungo via Calabritto i grossi animali e l’impatto dell’opera è notevole, anche su chi non si intende di arte contemporanea.

Una installazione di grande presa per la quale sono state ridisegnate una serie di aree nell’isola pedonale della piazza, costantemente violata da auto e motorini. L’opera si chiama «Fieri», come divenire in latino. Nelle intenzioni è il racconto per l’appunto di una evoluzione verso una Napoli migliore, un auspicio, un augurio per intreprendere un cammino insieme con i custodi della piazza verso una città diversa. Ma anche Fieri come orgogliosi, o come il maschile di Fiere, animali appunto. Chiavi di lettura molteplici per un’opera che è piaciuta subito e che è un diverso modo per vivere le installazioni d’arte in città a Natale. Un’opera voluta dal consorzio che riunisce imprenditori, commercianti e artigiani del quartiere Chiaia presieduto da Nino De Nicola, che è alla guida anche delle Botteghe dei Mille. «Il nostro obiettivo è quello di mettere insieme lo shopping con la cultura e di farlo in maniera immediatamente percebibile — spiega —. Noi imprenditori ci siamo uniti e abbiamo finanziato quest’installazione pubblica che resterà allestita un mese, fino al prossimo 7 gennaio», aggiunge. Una installazione che sottolinea il profilo di Chiaia con forza, come quartiere centrale del terziario, che prende spunto proprio dal simbolo di un quartiere che negli anni ha perso molto della sua identità e ceduto il passo all’arrivo delle multinazionali. Ma la cui piazza principale ha conservato il profilo che le fu dato nel Seicento e la denominazione assunta dopo l’annessione al Regno d’Italia. (Corriere del mezzogiorno)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.