I figli restano sempre con la madre, anche se cambia città
In tema di affidamento condiviso costituisce un principio cardine ed indiscutibile quello di mettere al centro di ogni decisione che l’interesse del minore. Ecco perché nell’ottica di tutelare sempre il diritto del minore ad una crescita serena e alla bigenitorialità si opta per un affidamento condiviso, benché spetti sempre ad un solo partner esser l’affidatario. Questo consente ai minori di crescere in modo equilibrato, posto che l’affidamento esclusivo rappresenta un’eccezione.
La giurisprudenza in generale ha sempre sottolineato, in questo senso, l’importanza della presenza di entrambi i genitori nella vita non solo dei bambini, ma anche dei loro figli adolescenti, i quali quindi devono mettersi d’accordo su dove, come e quando vederli, una volta che è intervenuta la separazione. La Cassazione però con una recente sentenza, la numero 18087/2016 ha di fatto messo nero su bianco di privilegiare la madre quale genitore collocatario dei figli. Ma c’è di più perché anche se il padre mostra ottime qualità genitoriali, l’ago della bilancia pende sempre verso la ex-consorte, anche qualora lei decida di trasferire la propria residenza in altra città. A detta degli Ermellini l’unica condizione per far perdere tale status di privilegio in capo alla madre è un accertamento del mancato possesso di quelle indispensabili capacità educative e genitoriali. Un’indagine che sarà effettuata dal giudice all’esito dell’esame di perizie e di discussioni con i servizi sociali.