Educazione sessuale a scuola solo con il consenso dei genitori: la proposta Valditara indigna i giovani
di Attilio Iannuzzo
La paura della società che si evolve, e che la destra del paese vuole tenere ancorata al passato. L’evoluzione di una società che pensa fa paura. Al centro del dibattito politico italiano torna l’educazione sessuale nelle scuole. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha portato all’attenzione del Consiglio dei ministri un disegno di legge che introduce l’obbligo del consenso informato dei genitori per qualsiasi attività didattica che riguardi la sessualità. Una proposta che, secondo molti osservatori, punta di fatto a limitare l’accesso strutturato all’educazione sessuale e affettiva, rendendola una materia opzionale, vincolata al giudizio delle famiglie. Una delle principali preoccupazioni è che la norma possa andare oltre l’educazione sessuale, estendendo il concetto di “consenso informato” a qualunque tema “etico” o “affettivo”. Questo potrebbe portare a limitazioni su una vasta gamma di contenuti scolastici, dalla lotta all’omofobia al rispetto delle identità di genere, fino alla prevenzione degli abusi. In alcune interpretazioni, i genitori potrebbero persino opporsi all’insegnamento di principi costituzionali se ritenuti in contrasto con le loro convinzioni personali.
Cosa prevede la proposta del ministro Valditara
Secondo quanto trapelato (il testo ufficiale non è ancora pubblico), la norma proposta da Valditara impone che per qualsiasi lezione, laboratorio o attività scolastica che tratti temi legati al sesso, sia necessario un consenso scritto da parte dei genitori almeno sette giorni prima dello svolgimento. Ulteriori restrizioni sono previste in caso di intervento di esperti esterni, associazioni o enti terzi: in questi casi, servirà anche il via libera del collegio dei docenti e del consiglio di istituto, che dovranno stabilire criteri specifici per la selezione dei soggetti esterni coinvolti. Si tratta, nei fatti, di una serie di vincoli che potrebbero ostacolare l’organizzazione regolare di progetti educativi in tema sessuale.
Origine e ispirazione del disegno di legge
Il provvedimento non arriva dal nulla. Negli ultimi mesi, sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno depositato disegni di legge simili. Alessandro Amorese (FdI) ha presentato una proposta che richiede il consenso genitoriale per tutte le attività scolastiche su temi “sessuali, affettivi o etici”, mentre il leghista Rossano Sasso ha unito il tema dell’educazione sessuale a quello dell’“identità di genere”, parlando esplicitamente di contrasto alla cosiddetta “ideologia gender”. Le proposte della destra hanno spesso sottolineato il rischio di “indottrinamento ideologico” e la necessità di tutelare la “sensibilità culturale, etica e religiosa delle famiglie”. L’iniziativa di Valditara si colloca chiaramente in questa cornice ideologica.
Critiche da studenti, sindacati e associazioni
La proposta ha sollevato numerose reazioni negative da parte di studenti, sindacati, esperti e organizzazioni civiche:
La Rete degli Studenti Medi ha organizzato un flash mob contro il piano Valditara, accusando il governo di negare l’importanza dell’educazione sessuale per la prevenzione della violenza di genere e della discriminazione. FLC CGIL ha definito la proposta “inadeguata e calata dall’alto”, denunciando un approccio che non previene, ma si limita a gestire le conseguenze. Il sindacato contesta anche il fatto che l’insegnamento resti extracurricolare e richieda il consenso delle famiglie. UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha attaccato la proposta per il rischio di una visione sessuofobica e moralistica, influenzata da associazioni ultraconservatrici. Commentatori come Luciana Littizzetto hanno ironizzato sulla scarsa conoscenza sessuale dei giovani, sottolineando l’urgenza di un’educazione obbligatoria, seria e laica su questi temi.
Un’occasione mancata per l’educazione civica e affettiva?
Il ministro Valditara ha dichiarato che l’educazione al rispetto di genere sarà integrata nell’educazione civica, ma gli esperti giudicano insufficiente questo approccio. In molti, infatti, ritengono fondamentale una educazione sessuale obbligatoria e scientificamente fondata, che affronti in modo strutturato temi come il consenso, la salute sessuale, la parità di genere e l’affettività, fin dalla scuola primaria.
Il disegno di legge di Valditara, se approvato nella forma attuale, rischia di ridurre drasticamente lo spazio dell’educazione sessuale nelle scuole italiane, lasciandola alla discrezione dei genitori e aprendo la porta a interferenze ideologiche. In un contesto europeo dove la maggior parte dei Paesi ha introdotto programmi obbligatori su questi temi, l’Italia potrebbe fare un passo indietro, con conseguenze significative sul piano culturale, educativo e sociale.