Contro gli stranieri, contro gli italiani
NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – Italiani contro altri italiani, semplicemente uomini contro altri uomini. Ma a voler essere scrupolosamente patriottici, se consideriamo il fenomeno rom in Italia, vi sono circa 150 mila persone tra rom e sinti, i due principali gruppi etnici che costituiscono la popolazione nomade nella Penisola. Di questi quasi 90 mila (tra il 50/60%) è di nazionalità italiana, i restanti sono da dividere tra rom provenienti dai paesi balcanici dell’ex Jugoslavia (tra i 20 e i 25 mila) e dell’est Europa (65-70 mila), soprattutto dalla Romania. “Nessuna delle famiglie che saranno allontanate dai campi nomadi regolari di Milano e che hanno i titoli per restare in città, saranno ospitate in alloggi popolari, come originariamente previsto nel piano per l’emergenza rom”. E il Ministro Maroni ad affermarlo, con convinzione, preparandosi il terreno per un’eventuale campagna elettorale. Intanto i rom hanno delle paure: il futuro dei propri figli. In tanti nati in Italia e iscritti alle scuole milanesi. Il campo dovrebbe essere al più presto sgomberato, sembra in occasione dei lavori per l’Expo 2015 e alcune centinaia di persone si troverebbero in mezzo ad una strada, bambini compresi. C’è incertezza sul futuro, fra i rom del campo Triboniano, ma anche perplessità sull’impiego dei finanziamenti destinati agli sgomberati. “Solo una piccola parte dei 13 milioni di euro stanziati – ha detto in una intervista Dijana Pavlovic, una delle rappresentanti del campo – andrà a sostenere le politiche abitative di chi resterà senza casa dopo lo sgombero del Triboniano, e degli altri campi legali a Milano: appena 1,8 milioni di euro. Nove milioni serviranno per costruire muri, puntare inutili telecamere. I fatti di questi ultimi mesi raccontano di un vero e proprio sequestro dei rom nel campo di via Triboniano con gente che non poteva uscire, lacrimogeni che piovevano tra le roulotte e un anziano con un braccio spezzato convinto ad andare all’ospedale e poi arrestato e tenuto dentro per una settimana. La questione dei Rom a Milano è una vicenda che preoccupa la federazione Rom e Sinti, in quanto si stanno portando avanti politiche di repressione, contro cittadini rom italiani e cittadini comunitari”. Ancora una volta ci si trova ad essere Italiani contro altri italiani. Dalla Francia all’Italia, la questione rom si fa di portata sempre più rilevante. Divisi sulle tensioni tra Francia e Unione Europea: la prima, guidata da Sarkozy, ha scelto la via del rimpatrio, una decisione che ha provocato tensioni con la seconda. Le ultime migrazioni più consistenti sono iniziate dalla fine degli anni ’70 e si sono intensificate tra gli anni ‘80 e ’90 in concomitanza con la dissoluzione della Jugoslavia e la guerra che ne è seguita. Molti hanno solo transitato in Italia, andando poi a vivere in Germania e Francia. Un nuovo impulso migratorio si è registrato dalla fine degli anni Novanta, in particolare dalla Romania, fino a quando, nel gennaio 2007, Bucarest è entrata nell’Unione europea. Da allora il flusso degli arrivi è diminuito. Sulla base dei Rapporti del Consiglio Europeo, l’Italia non risulta avere ancora assunto una politica precisa nei confronti della popolazione: mancano disposizioni in materia di documenti d’identità e di soggiorno, già vigenti nel resto d’Europa. I rom sono considerati una popolazione “nomade” e non “stanziale” e vivono in campi limitrofi alle grandi aree metropolitane. Su questo punto la “Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza” (ECRI) ha spesso ripreso il nostro Paese per la situazione in cui versano gli accampamenti. Da due anni si procede ad una serie di rimpatri cosiddetti “assistiti” e alla chiusura dei campi in diverse zone.