Casa di Totò, i figli chiedono che diventi un centro culturale
(Servizio: Antonella Cozzi – Riprese e Montaggio: Carlo Maria Alfarano)
Nell’attesa che il F.A.I – Fondo Ambiente Italia – dichiari il vincitore della gara “I luoghi del cuore”, che ha tra i concorrenti anche il Museo Totò, continuano le polemiche intorno alle strutture che dovrebbero onorare uno dei personaggi più illustri di Napoli.
NAPOLI – Molta preoccupazione, infatti, desta l’apertura del Museo, non solo perché è stata riposta eccessiva speranza nella gara indetta dal F.A.I, che qualora non fosse vinta, la situazione resta invariata, cioè il Museo non aprirà, ma anche per ciò che concerne la costruzione dell’ascensore, all’interno del Palazzo dello Spagnolo, sottoposto a vincolo architettonico.
Ciò che si lamenta è, soprattutto, il totale disinteresse delle istituzioni locali, che da anni, come in una tombolata, lanciano numeri, date di una probabile apertura, e che non solo sostengono poco attivamente il Museo ma anche la Casa di Totò che si trova a pochi passi, in via Santa Maria Antesaecula, e che rappresenta un potenziale per il quartiere stesso, inimmaginabile.
La Casa di Totò, per anni, occupata dai coniugi Barbella, fu acquistata all’asta da Amalia Canoro, per la somma di 18.000 euro, un’asta disertata dal Comune di Napoli. Solo dopo una serie di controversie, il figlio, Giuseppe De Chiara, è riuscito ad entrare in possesso, dell’abitazione, perché i due ultraottantenni Barbella, nonostante, l’ingiunzione di sfratto, non volevano mollare la presa.
Ad oggi, anche per questa struttura le istituzioni chiudono gli occhi e, sono i De Chiara a sostenere economicamente la ristrutturazione con l’intenzione di farne un centro culturale aperto ai progetti della associazione «Il principe dei sogni», fondata dalla stessa famiglia . Una riqualificazione che varrebbe tanto per una zona del Rione Sanità, come via Santa Maria Antesaecula, dove si registra un’ alta concetrazione malavitosa.
il video
http://youtu.be/4K6cmMKU1Pw