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Calciotruffa, i clan puntarono forte sulla vittoria del Parma al San Paolo

NAPOLI – Clan che puntano forte sul Napoli, strani rapporti tra giocatori e procuratori da un lato e camorristi dall’altro, figli di boss a bordo campo: l’ombra della camorra sulla serie A è più di un’ipotesi, anche se mancano al momento conferme investigative. È un’informativa dei carabinieri del giugno scorso, la stessa in cui si parla della “visita” di Balotelli a Scampia, a far emergere fatti e circostanze confermate da quella che i militari definiscono una «fonte fiduciaria la cui attendibilità risulta già essere stata provata». Nel documento si sottolinea che «nel lotto G di Scampia» esiste una «struttura associativa capeggiata da Eduardo Fabbricino» che gestisce per conto del clan degli Scissionisti «un ampio traffico di stupefacenti» ma anche «il cosiddetto gioco clandestino». Ed è indagando su questo contesto che i carabinieri scoprono il «coinvolgimento nel mondo delle scommesse clandestine, e quindi di partite truccate, di diverse squadre di calcio di serie semi professionistiche le quali, attraverso la complicità di alcuni calciatori e procuratori legali comunicavano al clan degli Scissionisti l’esito della partita (c.d. partite truccate) onde consentire ad alcuni elementi di spicco del clan di puntare ingenti somme di denaro».

Quali squadre? «Dalle intercettazioni – scrivono i militari – risultano coinvolte nel giro di partite truccate Modena, Ancona, Crotone, Salernitana, Real Marcianise e Andria». Nei loro confronti, si aggiunge nell’informativa, sono emersi «oggettivi elementi di riscontro». Ma i clan non si accontentano e puntano direttamente alla serie A. È il 19 aprile 2010 e al San Paolo si gioca Napoli-Parma. «Questa pg (polizia giudiziaria, ndr) veniva a conoscenza – si legge nell’informativa – del fatto che in occasione della partita molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti, durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo abbiano effettuato svariate scommesse con puntate piuttosto elevate sulla vittoria del Parma». «Non si può trascurare – commentano i carabinieri – il fatto che effettivamente detta partita è terminata sul risultato di 2 a 3 in favore del Parma». Ma non solo: secondo la fonte dei carabinieri sempre in occasione di quella partita «era presente a bordo campo Antonio Lo Russo», figlio di Giuseppe Lo Russo, «storico esponente dell’omonima consorteria criminale».

All’epoca le indagini non trovarono riscontri alle ipotesi di illecito penale e le carte – contenenti riferimenti anche ad altre due partite del Napoli, quelle in trasferta con Cagliari e Chievo – furono trasmesse dalla procura di Napoli al procuratore della Figc, Stefano Palazzi. Non è escluso però che da Cremona possano arrivare elementi che diano nuovo impulso alle indagini. Così come potrebbe subire un’accelerata l’altra inchiesta napoletana sul calcioscommesse, quella scaturita da una indagine sulle attivit… di riciclaggio del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. I pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa e il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo al momento non hanno avanzato alcuna richiesta di atti ai colleghi di Cremona, ma nei prossimi giorni riprenderanno gli interrogatori, anche di nomi eccellenti.

Il giro fu scoperto per caso nel corso delle intercettazioni che erano state disposte per far luce sugli affari del clan D’Alessandro. È emerso che uomini vicini alla camorra avrebbero anche contattato calciatori per alterare risultati di partite, in particolare della Lega Pro. Tra i match finiti nel mirino degli investigatori vi è in particolare Juve Stabia-Sorrento, del 5 aprile 2009. Ma l’attenzione si Š via via concentrata anche su incontri di campionati delle serie superiore e su tornei esteri, in Europa e in Sud America. A destare sospetti gli ingenti flussi di giocate e soprattutto una percentuale assai consistente di puntate effettuate nei secondi tempi e negli ultimi minuti delle partite. (Corriere del mezzogiorno)

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