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Cronaca

Brindisi, l’attentato ricorda unabomber

 

L'attentato di Brindisi

NAPOLI – “Alcune modalita’ ricordano il comportamento di Unabomber. Almeno che eravamo riusciti a ricostruire di lui, sebbene il caso sia stato archiviato senza colpevoli”. Lo afferma il criminologo Massimo Piccozzi, psichiatra e docente universitario, in un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’ in merito all’attentato di Brindisi nel quale ha perso la vita una giovane studentessa. “A mio avviso la pista della criminalita’ organizzata era da escludersi fin dal primo momento. – prosegue Picozzi – Prima di tutto perche’ chi intende dare ad un attentato un valore politico o comunque un significato piu’ ampio fa in modo di inviare una rivendicazione in cui spiega i motivi del suo gesto. Qui di rivendicazione non c’e’ traccia, a meno che, come nella gambizzazione dell’Ansaldo, una lettera non sia partita il giorno dell’attentato per arrivare nelle prossime ore”. Picozzi sottolinea che “l’unico caso conosciuto in Italia di attentatore che non firmava le proprie azioni e’ quello di Unabomber. Ed e’ un profilo di questo tipo che mi viene da pensare queste ore. Il gesto di una persona con una certa esperienza nelle tecnologie che agisce essenzialmente per se stesso. E per godersi la propria dimostrazione di potere”.

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