Berlusconi: «Se lascio, danni all’Italia»
MILANO – «Una mia defezione procurerebbe danni seri al centrodestra e a tutto il Paese». A spiegarlo è Silvio Berlusconi. Nel libro di Bruno Vespa Il cuore e la spada. 1861 – 2011, il premier sostiene di non essere mosso da ambizioni politiche: «Il sacrificio a cui mi sottopongo è grande, a volte gli impegni sono disumani, ancorché sia aiutato nella quotidianità dell’azione di governo da quella straordinaria persona che è Gianni Letta, ma sto qui per senso di responsabilità».
«NO ALL’ESECUTIVO DI TRANSIZIONE» – Le dichiarazioni del premier a Vespa sono antecedenti all’ultimo scandalo sulla vicenda Ruby, ma le parole di Berlusconi suonano comunque come una replica a quanto in queste ore, da più parti, lo invitano a un passo indietro. L’affaire che riguarda la giovane marocchina ospite delle feste ad Arcore, oltre che giudiziario, è ormai diventato infatti anche un caso politico. «Se è vero, il premier lasci» ha detto domenica il presidente della Camera Gianfranco Fini in merito all’intervento di Palazzo Chigi sulla questura. L’Italia dei Valori preme perché Berlusconi si dimetta. Il Pd invece appoggia l’ipotesi di un governo tecnico, seccamente rispedita al mittente sia dalla Lega che dal Pdl. «Macché governo tecnico, macché Lega interessata ad un governo tecnico! Io sono preoccupato che qui, profittando delle vicende personali di Berlusconi, sia in atto un colpo di Stato, ma sarebbe il golpe dei fighetta, di quelli che frignano e che non hanno voce e voti». Quindi l’avvertimento: «Se c’è colpo di Stato la rivolta del popolo è legittima». Ugualmente netta la presa di posizione del Pdl: «Nessuno tra di noi pensa neanche lontanamente a favorire con il suo apporto e la sua copertura manovre trasformistiche di governo tecnico» ha detto il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. In caso di crisi di governo, secondo Cicchitto «l’unica via è quella del voto».
L’APPOGGIO UDC – Intervistato da Vespa, il presidente del Consiglio parla anche delle future alleanze: «Avremmo gradito e gradiremmo un appoggio alla nostra maggioranza e al governo» da parte di Pier Ferdinando Casini e «mi auguro che l’Udc valuti a fondo questa possibilità nell’interesse del Paese» ha detto Berlusconi. Pronta la replica del presidente dei senatori dell’Unione di centro Giampiero D’Alia: «Dopo aver consumato l’ennesimo atto di trasformismo, comprandosi alcuni parlamentari siciliani dell’Udc, Berlusconi cosa vuole da noi?» ha chiesto D’Alia. «Berlusconi – ha aggiunto – può solo dimettersi e così si aprirà una fase nuova. È l’unico modo per risparmiare all’Italia ulteriori umiliazioni». (Il Corriere della Sera)