Arrivo nave Libra in Albania con migranti da Lampedusa: Polemiche su accordo Italia-Albania
Questa mattina la nave Libra della Marina Militare Italiana è attraccata al porto di Shengjin, in Albania, con a bordo otto migranti intercettati quattro giorni fa a sud di Lampedusa. Il gruppo, composto da sei persone di nazionalità egiziana e due di origini bengalesi, è stato accolto in un centro di accoglienza locale, dove sarà sottoposto a procedure di verifica e controllo sanitario prima di essere trasferito al campo di Gjader. Questo arrivo rappresenta il secondo trasferimento di migranti verso l’Albania in base all’accordo di collaborazione tra il governo italiano e quello albanese. Tale accordo è stato fortemente criticato dalle opposizioni politiche e oggetto di contestazioni da parte della magistratura. In effetti, solo poche settimane fa, dodici migranti, il primo gruppo inviato in Albania, erano stati rimpatriati in Italia per ordine del Tribunale di Roma, che aveva ritenuto irregolare il trasferimento, dal momento che i migranti non provenivano da Paesi considerati “sicuri”.
Nonostante l’intervento della magistratura italiana, il governo continua a sostenere la legittimità della misura, sottolineando che il decreto legge varato recentemente ridefinisce la lista dei Paesi sicuri, permettendo questi trasferimenti. Tuttavia, i tribunali continuano a opporsi ai trattenimenti dei richiedenti asilo.
L’operazione ha generato ulteriori tensioni politiche. Secondo Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), l’intero trasferimento rappresenta una “costosa operazione di propaganda” che rischia di gravare pesantemente sulle casse dello Stato italiano. Bonelli ha dichiarato: “Possiamo dire che 8 migranti sono un grande problema per la sicurezza nazionale. Si è superato ogni limite, questa operazione di propaganda costerà quasi 1 miliardo di euro”. L’opposizione sostiene che questo approccio alla gestione dei flussi migratori sia poco efficace e dispendioso, mirato più a guadagnare consensi interni che a trovare soluzioni durature.
L’accordo con l’Albania, stipulato con l’obiettivo di gestire i flussi migratori fuori dal territorio italiano, è stato inizialmente presentato come una risposta innovativa alla pressione migratoria, un modello che l’Italia sperava di espandere. Tuttavia, il respingimento dei migranti da parte dei tribunali e l’aumento delle spese connesse al trasferimento e al mantenimento di queste persone stanno sollevando dubbi sulla reale efficacia del piano.
Secondo quanto riportato dai media albanesi, come la testata Shqiptaria e l’emittente Report Tv, il gruppo appena arrivato seguirà la stessa trafila degli altri migranti precedentemente trasferiti: un periodo di detenzione in Albania, seguito dalla verifica delle condizioni per la permanenza. Non è ancora chiaro se la loro permanenza durerà più di tre giorni, come è successo ai primi dodici migranti rimpatriati in ottobre.
Nonostante l’intervento della magistratura italiana, il governo continua a sostenere la legittimità della misura, sottolineando che il decreto legge varato recentemente ridefinisce la lista dei Paesi sicuri, permettendo questi trasferimenti. Tuttavia, i tribunali continuano a opporsi ai trattenimenti dei richiedenti asilo.
L’operazione ha generato ulteriori tensioni politiche. Secondo Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), l’intero trasferimento rappresenta una “costosa operazione di propaganda” che rischia di gravare pesantemente sulle casse dello Stato italiano. Bonelli ha dichiarato: “Possiamo dire che 8 migranti sono un grande problema per la sicurezza nazionale. Si è superato ogni limite, questa operazione di propaganda costerà quasi 1 miliardo di euro”. L’opposizione sostiene che questo approccio alla gestione dei flussi migratori sia poco efficace e dispendioso, mirato più a guadagnare consensi interni che a trovare soluzioni durature.
L’accordo con l’Albania, stipulato con l’obiettivo di gestire i flussi migratori fuori dal territorio italiano, è stato inizialmente presentato come una risposta innovativa alla pressione migratoria, un modello che l’Italia sperava di espandere. Tuttavia, il respingimento dei migranti da parte dei tribunali e l’aumento delle spese connesse al trasferimento e al mantenimento di queste persone stanno sollevando dubbi sulla reale efficacia del piano.
Secondo quanto riportato dai media albanesi, come la testata Shqiptaria e l’emittente Report Tv, il gruppo appena arrivato seguirà la stessa trafila degli altri migranti precedentemente trasferiti: un periodo di detenzione in Albania, seguito dalla verifica delle condizioni per la permanenza. Non è ancora chiaro se la loro permanenza durerà più di tre giorni, come è successo ai primi dodici migranti rimpatriati in ottobre.