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Premier a colombe Fli: dopo fiducia riforme

ROMA (di Milena Di Mauro) – Un ‘patto’ senza le dimissioni di Berlusconi ma con l’astensione di Fli sulla sfiducia, una legge elettorale con premio di maggioranza al 40% ed elezione diretta del premier, una nuova stagione di concertazione con le parti sociali, un accordo ‘federativo’ tra i partiti del centrodestra: e’ la strada politica che dieci colombe del Pdl e sei di Fli, capitanate da Andrea Augello e Silvano Moffa, chiedono oggi di percorrere a Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, fermandosi un passo prima del precipizio e del voto sulla sfiducia al governo del 14 dicembre.

Il premier – pur scommettendo che la mediazione non avra’ buon esito a causa della rigidita’ dei finiani – subito apre con una nota ufficiale alla proposta, incentrata del resto esattamente su cio’ che il Cavaliere negli ultimi giorni si era detto disposto a concedere, una volta ottenuta la fiducia. Parole pubbliche Gianfranco Fini le dira’ invece soltanto domani da Lucia Annunziata a ‘In 1/2 ora”. Ma nelle due telefonate che ha avuto con Silvano Moffa il leader di Fli ha tirato fuori tutta la sua irritazione per un’iniziativa che di fatto incrina il faticoso compattamento di Futuro e Liberta’ sulla mozione di sfiducia, a sole 48 ore dal voto. Un tentativo, fa filtrare ufficiosamente Fini, fuori tempo massimo e superato dalle stesse parole di Silvio Berlusconi, che ormai da ieri parla come fosse in campagna elettorale.

E’ Fini dunque – che nell’ultimo vertice di Fli ha parlato di crisi al buio e di sfiducia certa se Berlusconi non si dimettera’ prima del 14 – quello che fatica di piu’ a ripercorrere all’indietro tutta la strada che lo separa dall’accordo prospettato dalle ‘colombe’ di Pdl e Fli. ”Al momento la posizione e’ di chiusura”, lascia uno spiraglietto aperto un fedelissimo del presidente della Camera. Di certo la mediazione Moffa-Augello mette Fli in difficolta’ e rafforza il dubbio che il premier possa ottenere la fiducia, soprattutto se le sei colombe finiane che hanno fatto il passo di firmare l’appello decideranno di muoversi compatte. Per questo finiani di stretta osservanza – convinti che questa sia l’ennesima mossa pilotata da Berlusconi per ‘spaccare’ Fli – si affrettano a spiegare che ”i firmatari della mediazione si sono ritirati tutti, sono stati recuperati”.

Anche Fini, parlando con i suoi a Genova, assicura che ”Fli non si divide, votera’ compatta la sfiducia sia alla Camera che al Senato”. Catone ormai e’ dato per perso, ma i deputati Polidori, Patarino e Siliquini ed il senatore Digilio – dicono da Fli – hanno assicurato a Fini che si muoveranno secondo le indicazioni del gruppo. Silvano Moffa potrebbe invece ancora astenersi. ”Questo non ci cambiera’ la vita”, mostra indifferenza un ‘falco’ di Futuro e Liberta’. Silvio Berlusconi percorre invece in fretta il piccolo passo che lo porta ad avallare come ”positiva ” la mediazione, convinto che non se ne fara’ nulla ma pronto a spendere il bonus della apertura di oggi in un futuro assai prossimo, quando serviranno voti per allargare la maggioranza.

Percio’ i pontieri – dopo le ”dichiarazioni positive” di Berlusconi e quella che a loro giudizio e’ una chiusura sui tempi ma non sui contenuti di Fini – promettono: ”Non rimarremo con le mani in mano. Nelle prossime ore saremo al lavoro per approfondire la discussione negli organi di partito e nei Gruppi Parlamentari del Fli e del Pdl”. E uno dei firmatari della mediazione ne sostiene cosi’ le ragioni in serata: ”Due treni pieni di dinamite viaggiano uno contro l’altro pronti a scontrarsi, noi abbiamo solo provato a guadagnare tempo facendo prevalere la strada della politica: tutte le richieste politiche di Fini accolte, le dimissioni che Berlusconi si rifiuta di dare ‘sacrificate’ ad un nuovo patto di legislatura a vantaggio degli interessi di 60 milioni di italiani, che se si andasse a votare sarebbero i veri sconfitti”. (Ansa)

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